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Egitto, attentato al consolato italiano Gli 007 verificano la rivendicazione Isis

La rivendicazione dellʼIsis era attesa, anche se per ora non ci sono conferme sulla sua attendibilità

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-afp

Un avvertimento all'Italia, solido alleato de Il Cairo e anche un attacco al presidente egiziano Al Sisi, impegnato a reprimere forti spinte islamiste in patria.

Leggono così fonti di intelligence l'

attentato davanti al consolato

italiano

nella capitale egiziana. Un morto e nove feriti, nessun italiano coinvolto. L

'Isis

ha rivendicato l'attacco: verifiche sul loro annuncio.

Egitto, attentato al consolato italiano Gli 007 verificano la rivendicazione Isis

Uomini dell'Aise sono al lavoro, in collaborazione con i servizi segreti egiziani, per risalire alla matrice della bomba davanti al consolato. Sembra indubbio che nel mirino ci fosse proprio l'edificio italiano. La rivendicazione dell'Isis era attesa, anche se per ora non ci sono conferme sulla sua attendibilità. Solitamente, tuttavia, le azioni firmate dagli jihadisti sono più eclatanti e sanguinose, mentre l'ordigno fatto esplodere - pur avendo fatto una vittima - parrebbe avere più le caratteristiche di un'azione dimostrativa. Occorre in ogni caso considerare che nella galassia islamista egiziana ci sono state diverse adesioni al Califfato.


Egitto, verifiche sulla rivendicazione


Il messaggio è duplice. L'Italia è un obiettivo delle fazioni jihadiste locali in quanto parte della coalizione internazionale che combatte l'Isis in Siria ed Iraq, nonché in qualità di alleato del regime egiziano che ha rovesciato il presidente eletto Mohamed Morsi. Dall'altra, un nuovo attentato nel pieno centro della capitale - che arriva solo poche settimane dopo l'assassinio del procuratore generale Hisham Barakat con le stesse modalità, un ordigno fatto detonare a distanza al passaggio dell'auto del magistrato - vuole dimostrare che il presidente egiziano non ha il controllo della sicurezza del Paese.

Forti sono, in Egitto, i fermenti anti Al Sisi da parte della Fratellanza Musulmana e dei gruppi jihadisti, alcuni dei quali hanno aderito al Califfato. Il Nord del Sinai, pochi giorni fa, è stato teatro di durissimi scontri con le forze governative che hanno lasciato sul campo centinaia di morti. E, sullo sfondo, c'è il difficile dossier Libia. Roma e Cairo sostengono fortemente il governo di Tobruk, contrastato da quello autoproclamato di Tripoli e dalle altre milizie islamiste che imperversano nel Paese.