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Bush: "Difenderemo Israele da Iran"

Summit a Washington con Olmert

Primo incontro alla Casa Bianca tra il premier israeliano Ehud Olmert e George Bush.

Il presidente Usa, pur non avallando il ritiro unilaterale (auspica la creazione della Palestina di comune accordo), ha espresso il suo appoggio a Israele. Soprattutto nella crisi iraniana: "Se attaccano Tel Aviv interverremo". Intanto il governo Olmert ha dato l'ultimatum ad Hamas: "Hanno sette mesi per riconoscere Israele".

La crisi iraniana
Bush ha affermato, con molta forza, che Usa e Israele condividono le preoccupazioni per i programmi nucleari militari iraniani: gli Stati Uniti interverranno a difesa d'Israele, se l'Iran dovesse attaccarlo, come il presidente iraniano Muhamad Ahmadinejad minaccia di fare.

Lo Stato palestinese
Per gli Stati Uniti, soluzioni definitive tra israeliani e palestinesi sono praticabili solo se "reciprocamente concordate": Bush definisce le idee di Olmert per un ritiro dai Territori unilaterale "forti" e "un passo importante verso la pace che entrambi desideriamo", ma insiste sulla necessità di "esaurire prima tutte le possibilità negoziali", perché accordi concordati "servono meglio gli israeliani, i palestinesi e la causa della pace".

Resta fermo il no sia americano che israeliano al dialogo con Hamas, l'organizzazione considerata terroristica che ora controlla il governo dell'Autorità nazionale palestinese. Bush dice che Hamas "deve fare una scelta strategica per la pace", riconoscendo il diritto all'esistenza di Israele, rinunciando alla violenza e accettando gli accordi esistenti. Nel frattempo il governo israeliano ha dato l'ultimatum ad Hamas: "Concediamo ad Hamas sette mesi, fino al termine del 2006, per riconoscere lo Stato ebraico e rinunciare alla violenza; in caso contrario Israele procederà unilateralmente con il piano di ritiro dalla Cisgiordania".