La responsabilità della metà di emissioni di anidride carbonica è del 7% più ricco della popolazione mondiale. I più poveri inquinano meno ma subiscono le maggiori conseguenze. Questi i dati dell'ultimo rapporto Oxfam che analizza l'impatto della disuguaglianza economica sui disastri climatici.
I ricchi inquinano lʼambiente e i poveri ne pagano le conseguenze
"La disuguaglianza danneggia l'ambiente" - Nel documento stilato dal network internazionale si legge: "Il 50% più povero emette solo il 7% delle emissioni in tutto il mondo".
Ma nonostante ciò la ripartizione dei danni che conseguono al maltrattamento della terra non è proporzionale: "Il rischio non è equamente distribuito nella società: i soggetti più vulnerabili ed emarginati sono maggiormente colpiti dalle crisi e dalle calamità, aggravando ulteriormente la povertà. Nei Paesi a più alto grado di disuguaglianza economica la popolazione è più vulnerabile. La disuguaglianza tra i Paesi spiega perché l'81% delle vittime di disastri si trova in Paesi a reddito basso e medio-basso, anche se in questi Paesi si verificano soltanto il 33% dei disastri".
L'Oxfam conclude, dunque, che "la disuguaglianza danneggia l'ambiente: l'umanità usa il massimo possibile di risorse naturali", per esempio l'acqua (il 12% della popolazione globale consuma l'85% dell'acqua del Pianeta). L'organizzazione punta il dito: "Il deterioramento ambientale può essere attribuito a meno del 30% della popolazione mondiale. Il punto chiave sono i modelli di consumo dei ricchi".