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Mps, riaperta conversione bond: entrano in gioco anche i retail

Il piano allo studio prevede che oltre al miliardo già raccolto con la conversione degli istituzionali, si possa incassare un altro miliardo aprendo ai circa 40mila risparmiatori

Il Cda di Monte dei Paschi gioca l'ultima carta per rafforzare il patrimonio di Rocca Salimbeni di 5 miliardi in forma privata, prima di far ricorso all'intervento pubblico.

Il board, in una riunione fiume di circa 5 ore, ha infatti riaperto la conversione dei bond subordinati in azioni estendendo le maglie per coinvolgere anche la clientela retail.

Mps amplia la conversione anche ai piccoli investitori - A differenza di quanto avvenuto nella prima fase della conversione, questa volta Mps avrebbe intenzione di contattare i piccoli risparmiatori per informarli di questa possibilità. A dare fiducia nell'esito positivo del salvataggio contribuisce anche il fatto che l'ex ministro degli Esteri del governo Renzi, Paolo Gentiloni, abbia ricevuto l'incarico a formare un nuovo esecutivo.

E proprio la prospettiva di un nuovo governo in tempi brevi "ci dà fiducia sulla possibilità di perfezionare il nostro piano", ha spiegato una fonte vicina al board senese. Per ricapitalizzare la banca, trovando le risorse sul mercato "i tempi ci sono", rassicurano dall'istituto di credito. L'operazione dovrà concludersi entro il 31 dicembre , visto che la Bce ha negato a Rocca Salimbeni la possibilità di ottenere una proroga di altri 20 giorni.

Il piano allo studio prevede che oltre al miliardo già raccolto con la conversione degli istituzionali, si possa incassare un altro miliardo aprendo una nuova conversione, che questa volta possa coinvolgere anche il retail e cioè 40mila risparmiatori che hanno sottoscritto bond subordinati per un totale di 2 miliardi.

Un miliardo in arrivo dal fondo sovrano del Qatar - Per centrare l'obiettivo, però, occorre aggiornare i termini dell'offerta, dopo il via libera della Consob. Aspetto sul quale Siena e i vertici dell'organo di vigilanza stanno lavorando senza sosta da venerdì scorso. Un altro miliardo arriverebbe invece dal fondo sovrano del Qatar, Qia, che sempre secondo fonti vicine al Cda "è della partita".

Gli Emirati avevano già promesso al premier Matteo Renzi il loro contributo, ma dopo le sue dimissioni hanno preso tempo. Adesso, invece, pare siano pronti ad adempiere ai loro impegni, rassicurati probabilmente dal fatto che a breve ci sarà nuovamente un governo in carica. Il resto potrebbe arrivare dal mercato.

Il piano B e l'entrata in gioco dello Stato - Diversamente, nel caso in cui qualche passaggio di questo piano non dovesse andare a buon fine, vuoi per una scarsa adesione del retail alla conversione di bond vuoi per un passo indietro del Qatar, il nuovo governo Gentiloni si troverebbe costretto a intervenire in maniera diretta. Tre le ipotesi di cui si è parlato negli ultimi giorni: una garanzia da parte dello Stato tra i 3 e i 5 miliardi, l'acquisto di bond retail da convertire in azioni o un risarcimento al retail che si vedesse convertire forzosamente i bond.