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Una sentenza, tanti dubbi

Lodo Mondadori, Fininvest condannata in Appello

Ansa

Una sentenza destinata a far discutere, quella sul Lodo Mondadori.

E una sentenza che lascia aperti  tanti dubbi. Tre i principali

1)   

Il primo dubbio riguarda l'entità della somma. La Mondadori, infatti, oggi vale in Borsa poco più di 600 milioni di euro. La Fininvest ne controlla il 51%. Dunque il risarcimento da pagare è quasi il doppio del valore di Mondadori in portafoglio a Fininvest

Il secondo dubbio riguarda le modalità in cui è stata emessa la sentenza contestata. Il collegio della Corte d'Appello di Roma, infatti, era composto da tre giudici: possibile che a decidere tutto sia stato il “corrotto” Metta, mentre gli altri due facevano da figuranti? I due giudici, Valente e Paolini, sentiti in tribunale hanno confermato di aver studiato bene la pratica: se non avessero condiviso la decisione avrebbero potuto opporsi e deliberare in senso opposto.

Il terzo dubbio. La verità è che quella sentenza era una sentenza giusta, in linea con l'orientamento prevalente della dottrina e della giurisprudenza. E qui veniamo al terzo dubbio che riguarda la sostanza della vicenda: nel 1991 la Fininvest controllava tutta Mondadori, compreso il gruppo Espresso (con Repubblica e Finegil). Fu la politica a imporre una spartizione perché era contraria a un'eccessiva concentrazione mediatica. E, al contrario della Fininvest, De Benedetti si dichiarò soddisfattissimo di quella decisione che gli lasciava una parte dell'allora Mondadori assai rilevante dal punto di vista economico e politico/editoriale.

Restano due riflessioni da fare: una di carattere economico, l'altra di carattere politico. La prima: Fininvest è una delle principali aziende editoriali del Paese, un gruppo che dà lavoro a 20mila persone, che negli ultimi dieci anni ha investito oltre 16 miliardi di euro e che ogni giorno paga tra imposte e contributi più di 4 miliardi delle vecchie lire. Un gruppo che investe all'estero (Mediaset è il primo operatore in Spagna, Mondadori uno dei maggiori editori in Francia e attraverso il suo network esporta in tutto il mondo gli stili di vita italiani, dalla moda al design). Le aziende sono solide e ben gestite, ma è evidente che l'esproprio di risorse finanziarie così ingente crea problemi a chiunque.

La seconda riflessione è di natura politica. In questi anni le due punte di diamante dell'antiberlusconismo sono stati i magistrati e il gruppo De Benedetti-Repubblica. Ora una sentenza della magistratura condanna il gruppo del presidente del Consiglio a finanziare per una cifra ingentissima proprio il gruppo De Benedetti-Repubblica.

In effetti più che una sentenza, quella del lodo Mondadori, sembra una manovra a tenaglia che si chiude.