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Scomparsa di Guerrina Piscaglia, il Comune batte cassa e chiede l'Imu

Nonostante la condanna per omicidio di Padre Graziano, lʼamministrazione di Novafeltria (Rimini) ritiene la donna viva perché non si è mai trovato il suo corpo

Scomparsa di Guerrina Piscaglia, il Comune batte cassa e chiede l'Imu - foto 1
tgcom

E' scomparsa nell'Aretino il 1° maggio del 2014.

Il 24 ottobre 2016 è stato condannato Padre Graziano, sacerdote congolese, per il suo omicidio, anche se il suo corpo non è mai stato trovato. Eppure per il Comune di Novafeltria (Rimini) Guerrina Piscaglia è ancora viva e deve pagare l'Imu. È arrivata infatti all'indirizzo di famiglia la cartella esattoriale per la tassa da versare per la casa dei genitori, nel Riminese, che ora sarebbe di proprietà anche della donna scomparsa, oltre che delle sue sorelle.

Per la burocrazia Guerrina è viva Il suo corpo, è vero, non è mai stato trovato. Ma la corte d'assise di Arezzo che ha ritenuto colpevole di omicidio il sacerdote congolese Gratien Alabi, conosciuto come Padre Graziano, non aveva dubbi sul fatto che Guerrina fosse morta. L'amministrazione comunale invece sembra non essere d'accordo, nonostante tutti in paese conoscano bene l'intera vicenda. "L'abitazione in questione è quella dei genitori", hanno raccontato i familiari. "Ci sono ancora dei passaggi di successione da fare - hanno spiegato - che non sono stati portati a termine; dopo la sparizione della nostra Guerrina, vanno chiarite certe cose. Lo abbiamo fatto presente in Comune, ma dagli uffici ci dicono che le pratiche vanno avanti e questi soldi devono essere consegnati".

Una doccia gelata La spesa non è eccessiva, si aggira attorno ai 150 euro. Ma per i parenti rimane un brutto colpo: "Dopo tanto dolore, anche la beffa". Intanto il prete congolese continua a dichiararsi innocente e ha fatto ricorso in Cassazione. "Sarebbe stato più sensato aspettare l'ultimo grado di giudizio sul processo a Gratien. Niente da fare", racconta la famiglia.

Il Dna Il commissario di Governo per le persone scomparse ha chiesto alla procura di Arezzo di mettere a disposizione il Dna della donna. Era stato prelevato durante le indagini dal rossetto e dallo spazzolino di Guerrina e ora verrà inserito all'interno della banca dati nazionale. In questo modo sarà più semplice verificare che sia compatibile con eventuali resti umani.