FOTO24 VIDEO24 Logo Mediaset ComingSoon.it Donne logo mastergame Grazia Meteo.it People sportmediaset_negative sportmediaset_positive TGCOM24 meteo.it
Podcast DirettaCanale 51
Temi del momento

Yara, parla uno dei detective del Ros: "Così siamo arrivati a Massimo Bossetti"

Quasi quattro anni di indagini, fino alla svolta con il fermo del muratore: "Ci voleva un colpo di fortuna ed è arrivato con il campione di Dna della madre"

yara gambirasio bossetti
ansa

La svolta, tanto attesa quanto inaspettata, arriva nel pomeriggio di una giornata di metà giugno: il presunto killer di Yara Gambirasio ha finalmente un nome.

"L'incastro è arrivato pochi giorni fa: trovata la madre, trovato il figlio", dice a Repubblica uno degli otto detective del Ros che da quattro anni lavora al caso. Nel silenzio, lontano dalle tv. "O fai o parli - ripete -. E se fai, non puoi parlare".

Yara, parla uno dei detective del Ros: "Così siamo arrivati a Massimo Bossetti"

"E' passato un tempo lungo e bisogna ammettere che, per essere uno alle prime armi, ha resistito anche troppo - sottolinea il detective parlando di Massimo Bossetti, il muratore fermato ieri -. Ma non è stato merito suo. La sua fortuna, che è stata anche la sua sfortuna, si chiama genetica. Senza quell'ombra di Dna, forse non l'avremmo mai beccato". Quell'ombra, invece, è rimasta: una piccolissima traccia di sangue, che gli investigatori hanno trovato sugli slip della ragazzina di Brembate.

La caccia al profilo genetico dell'assassino sembra finire in un vicolo cieco qualche mese dopo il ritrovamento del cadavere. "Quando abbiamo finito di setacciare i cerchi stretti e anche quelli larghi, senza che nulla di interessante venisse fuori, a quel punto davvero iniziavano a esserci motivi per non riuscire a essere fiduciosi. Prelevare 18mila Dna non è come dirlo, per ognuno prima devi farci sopra uno studio". Poi il primo segnale. Tra i tamponi prelevati a centinaia di giovani in una discoteca non lontana dal campo dove fu trovato il corpo di Yara, ce n'è uno si avvicina vagamente a quello cercato dagli inquirenti. Porta a Gorno, piccolo paese della Val Seriana, e soprattutto a Giuseppe Guerinoni, l'autista morto nel '99: è lui il padre biologico dell'assassino.

Parte la caccia alla madre. Il racconto di un testimone guida gli investigatori fino a Clusone, dove vivrebbe la donna con cui Guerinoni avrebbe avuto una relazione. E forse un figlio illegittimo. "Ci voleva un colpo di fortuna", dice il detective. Arriva alla fine di aprile: tra i campioni di Dna delle anziane, spunta quello della madre di chi avrebbe ucciso Yara. "Ignoto 1" ha un nome.