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La curia di Bologna eredita la Faac

Testamento a sorpresa del titolare dellʼazienda leader nei cancelli automatici

IberPress News

Non è certo la prima volta che una persona in punto di morte lasci i suoi beni alla curia.

A volte il lascito può essere ingente: denaro, appartamenti o magari palazzi interi. E' raro, tuttavia, che l'arcidiocesi erediti una multinazionale. Questo è quello che è successo alla curia di Bologna dopo che sono state rese note le volontà testamentarie di Michelangelo Manini, proprietario della Faac.

L'imprenditore, scomparso il 17 Marzo 2012, ha nominato la curia di Bologna suo erede universale, lasciandole oltre a tutti i suoi beni, anche la proprietà della Faac, multinazionale fondata nel 1965 dal padre Giuseppe. La Faac fu la prima società al mondo ad applicare i principi dell'oleodinamica e dell'eletronica nella produzione dei cancelli automatici.


Giovedì mattina quando è stato aperto il testamento dell'imprenditore scomparso, è stata una vera sorpresa per la curia di Bologna, dato che fino a ieri il nome di Manini non risultava nell'elenco dei benefattori della Chiesa. Questo cambio di proprietà, comunque risulterà avere degli effetti significativi sull'assetto dell'azienda. Manini, infatti, anche per colpa della malattia con cui aveva combattuto a lungo prima di morire, non si occupava più dell'azienda in prima persona, ma aveva delegato al management. E i dirigenti, adesso, dovranno misurarsi con una proprietà totalmente diversa da quella che ha caratterizzato la vita dell'azienda fino a un mese fa.


La Faac è una delle più importanti aziende italiane. Ha da poco acquisito una società svizzera (raro esempio di delocalizzazione a favore dell'Italia), e fattura ogni anno oltre duecento milioni di euro. Il primo passo da parte della curia di Bologna, è stato quello di nominare un proprio delegato all'interno del consiglio di amministrazione della Faac. Sarà l'avvocato Andrea Moschetti, stretto collaboratore di monsignor Gian Luigi Nuvoli, a ricoprire la carica di presidente della società. "E' la prima volta che una diocesi diventa proprietaria di una multinazionale - spiega l'avvocato Moschetti - ma l'intenzione è quella di andare avanti nella direzione tracciata da Michelangelo Manini. Altro in questo momento non posso dire".


Un'eredità impegnativa: la Faac ha più di mille dipendenti ed è in ottima salute. Dal 1965, anno della fondazione, a oggi, solo il bilancio del 2009 è stato segnato dagli effetti della crisi. L'azienda, infatti, conosciuta per aver inventato in Italia il mercato dei cancelli automatici, nel tempo ha diversificato le sue attività ed ora gran parte del suo business è legato alla produzione di soluzioni di automazione e controllo accessi in ambito commerciale e direzionale: porte automatiche scorrevoli e battenti, applicazioni per parcheggi, barriere, automazioni per portoni e porte industriali, dissuasori di traffico veicolare, ingressi automatizzati nei parcheggi, nelle autostrade.


Negli anni Ottanta si rese protagonista di un memorabile spot pubblicitario in cui un leone era messo a guardia di un cancello chiuso che per magia si apriva al passaggio di una Ferrari. Grazie ad una collaborazione con la società autostrade nel 1993 la Faac brevettò le barriere automatiche ad alte prestazione che diedero il via agli ormai consolidati Telepass, mentre nei primi anni del nuovo secolo ha aperto le sue filiali in Polonia, Cina, Svezia e Belgio. Attualmente è proprietaria di 43 brevetti, ed è impegnata anche in iniziative sociali e di beneficenza.