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Spoleto, il Festival dei Due Mondi

Spoleto, il Festival dei Due Mondi - foto 1
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Si apre il sipario sul 62esimo Festival di Spoleto, in scena dal 28 giugno al 14 luglio, l'evento che, in un ombelico del mondo ideale e a misura d'uomo, qual è il centro di Spoleto, unisce musica con nomi quali Capossela, Bollani, Mahmood, opera lirica, moda con Jean Paul Gaultier, mito antico e moderno fra Proserpina, Edipo e Rodolfo Valentino, teatro con Emma Dante, Andrèe Ruth Shammah, danza con il Dutch National Ballet, solo per citarne alcuni.

“Oceano di ispirazioni” titola il Festival dei Due Mondi, perché è in uno spazio aperto, senza confini, che le arti trovano ispirazione e legame reciproco in storie al di là del tempo.

Venerdì 28 la manifestazione esordisce con l'opera lirica originale di Silvia Colasanti in due atti, “Proserpine”, tratta dall'omonimo dramma di Mary Shelley, che attraverso questo mito aveva inteso esplorare il rapporto madre e figlia, anche in chiave autobiografica. Nel fitto calendario del Festival si incontra anche l'enfant terrible della moda Jean Paul Gaultier, con un suo musical ironico dal titolo “Fashion Freak Show”, un vero e proprio successo che ha già conquistato il pubblico da mesi e continua a riscuotere consensi. Qui l'eccentrico Gaultier racconta se stesso utilizzando i linguaggi della musica, del teatro, della danza, della moda, attingendo al cinema, alla società, alla storia del costume, ed avvolgendo tutto con un irresistibile humour (al Teatro Nuovo Menotti dal 4 al 7 luglio).

Bellissimo il galà di danza “Stelle italiane nel mondo” con Eleonora Abbagnato, dedicato alle eccellenze italiane nel mondo della danza, uno spettacolo che utilizza uno splendido palcoscenico, quello della piazza del Duomo di Spoleto (30 giugno).
Ancora danza per raccontare il mito di Rodolfo Valentino, uno dei primi grandi divi del cinema muto, rappresentato nello spettacolo My French Valentino della coreografa Valérie Lacaze con i giovani ballerini della École-Atelier Rudra Bejart di Losanna (28,29 giugno).

Se da una parte Mahmood narra le incertezze e lo smarrimento della gioventù e l'ambizione di afferrare la positività del dialogo fra culture diverse con un sound trascinante (10 luglio), dall'altra Vinicio Capossela con grande forza espressiva ed un pizzico di ironia bacchetta la corruzione del linguaggio e la violenza sulla natura: nella Cantata per le creature, ultimo disco proposto stavolta proprio nelle terre che furono di San Francesco d'Assisi offre la sua rivoluzione cantata in forma di ballata per lenire le ferite delle separazioni e ricomporre l'unità delle cose (7 luglio).
Ancora due protagonisti della musica Stefano Bollani e Hamilton De Holanda in concerto al Teatro Romano (12 luglio) marcano il dialogo fra culture, fra pianoforte e bandolim, fra improvvisazione e citazione; ed è subito magia.

Un omaggio speciale viene riconosciuto alla ricorrenza dei 100 anni dalla fondazione del Bauhaus – 1919-1933, un vero laboratorio della modernità che ha trasformato le arti performative in modo indelebile. Lo spettacolo che si propone il 12 e 13 luglio, il “Balletto Triadico”, fu per la prima volta in scena il 30 settembre del 1922 a Stoccarda ed oggi appare straordinariamente contemporaneo, a prova “della forza visionaria del Bauhaus”, come sosteneva il coreografo Gerhard Bohner.
Tanto spazio dedicato ai giovani musicisti nei “Concerti di mezzogiorno e concerti della sera”, esibizioni dei ragazzi che sono stati selezionati a livello nazionale dal Premio Nazionale delle Arti XIII edizione, premio che riconosce i migliori studenti iscritti nei Conservatori e negli Istituti superiori di studi musicali. Il 4,5 e 6 luglio è sulla scena lo spettacolo teatrale “Esodo”: si torna ai miti greci insieme ad Emma Dante, che riscrive il mito di Edipo in chiave contemporanea, per parlare di noi e della necessità di accogliere le differenze per iniziare ad essere una comunità.

Nella “Ballata della Zerlina" di Broch, Adriana Asti, icona del teatro italiano, veste i panni di Zerlina, donna dalla profonda passione erotica che nutre sete di vendetta verso Juna; insieme a lei Lucinda Childs, danzatrice e coreografa, in questo caso regista e attrice.
Chiusura del Festival in bellezza il 14 luglio in piazza Duomo con l'Orchestra e il Coro del Teatro dell'Opera di Roma diretto da uno fra i più brillanti e apprezzati maestri della sua generazione, Daniele Gatti, con pagine di Verdi dal repertorio francese.

Un ottimo punto di riferimento per godere appieno il Festival ma anche la terra umbra che lo ospita è il NUN Assisi Relais e Spa Museum, dimora dal fascino senza tempo, affacciata sulla vallata umbra, dove si apprezza l'intima bellezza di questi spazi silenziosi, rivolti al passato (ci sono reperti di un anfiteatro romano) e al futuro con tutti gli agi che la contemporaneità suggerisce Per sapori autentici e appaganti si va alla tavola di Eat di Emanuele Mazzella a provare le eccellenze umbre nella campagna di Assisi.
Per altre info www.festivaldispoleto.com