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Jazz Meeting con Gianluigi Trovesi

Tgcom ha incontrato lʼartista

Si intitola "Vaghissimo Ritratto" il nuovo disco di Gianluigi Trovesi che il clarinettista e sassofonista ha inciso per la ECM insieme al pianista Umberto Petrin ed al percussionista Fulvio Maras.

Trovesi dopo il diploma in clarinetto e gli studi di armonia contrappunto e fuga, con il maestro Vittorio Fellegara, iniziò la sua attività in complessi di musica accademica, da ballo e jazz.

Con il suo Trio ed il suo Ottetto si affermò in ambito internazionale come leader e compositore. Per meriti artistici Trovesi viene insignito nel 2001 dell'onorificenza di "Ufficiale della Repubblica italiana" dal Presidente  Ciampi. "Vaghissimo Ritratto" è un album che presenta oltre a tre brani inediti composti ognuno dai tre musicisti, una serie di composizioni di autori che dal '400 arriva quasi fino a giorni nostri.

Iniziamo la nostra conversazione con Trovesi proprio parlando della nascita e dello sviluppo di questo nuovo lavoro.
Devo dire che questo disco ha avuto una lunga gestazione, perché nasce soprattutto dall'amore che io ho per queste musiche che studiai al Conservatorio, ma anche dalla mia collaborazione con Petrin, con il quale lavorammo anche ai tempi del progetto dedicato a Tenco con Tiziana Ghiglioni e Paolo Fresu. Con lui stavamo lavorando alle musiche di Alfredo Piatti un compositore della fine dell'800, poi abbiamo coinvolto anche Maras nel nostro progetto. L'idea di fondo è quella di un viaggio nella melodia; l'unico "occhio di riguardo" è legato alla musica europea non ci sono Songs americane non per snobbare la musica di quel paese, ma solo per la voglia di sottolineare un percorso.

A suo avviso c'è molta "ricerca in "Vaghissimo Ritratto"?
Alcuni brani vengono eseguiti come li ha scritti e pensati l'autore, altri sono un punto di partenza per poi dire altro attraverso la musica, raccontiamo le nostre storie sottolineando l'importanza che questi autori hanno avuto nella nostra formazione; a parte "Angela"  e un altro paio di composizioni di "Vaghissimo Ritratto", il modo di affrontare la musica è cameristico e non squisitamente jazzistico. Maras  è stato chiamato a creare dei momenti di emozione con dei suoni elettronici oltre che naturalmente le percussioni.

Con i Petrin e Maras c'è grande feeling...
Petrin fa parte dell'"Instabile Orchestra" e stiamo lavorando con lui anche in duo, mentre Maras fa parte del mio ottetto dall'inizio di questa esperienza ed ha fatto anche il nonetto, anche in questo caso una collaborazione lunghissima. Nei dischi che io faccio solitamente cerco di raccontare una storia, l'ultimo di collaborazione è stato quello con Coscia sulla musica di Weil e poi ancora prima l'ottetto con "Fugace", una distanza rimarchevole tra un disco e l'altro, perché di solito mi fermo tiro il freno a mano e penso a cosa fare.

"Vaghissimo Ritratto" per la ECM non è comunque la tua unica uscita discografica in questo momento...
Si è uscito il mio disco su "L'Espresso" dedicato ogni settimana ai jazzisti italiani dove racconto una storia completamente diversa: meno cameristica e più vicina al jazz con ospite Enrico Rava, in questo momento chi dovesse avere la "sfortuna" di acquistare i due dischi, si trova prodotti completamente diversi a secondo dei collaboratori faccio più cose swingante o cameristiche. Poi dall'inizio del 2008 è prevista l'uscita del mio disco con un banda, una "filarmonica a fiati", nel quale tracceremo faremo una specie di storia dell'Opera italiana.

Giancarlo Bastianelli