Duran Duran,un album da dimenticare
Thank You,il peggiore di tutti i tempi
L'album peggiore di sempre? "Thank you" dei Duran Duran, una raccolta di cover del 1995 con i brani ai quali il gruppo era più affezionato.
A decretare i vincitori di questa graduatoria un po' cattiva sono stati i lettori di Q, prestigiosa rivista musicale britannica, che ha lanciato un sondaggio. L'album è stato votato il più brutto in assoluto dagli oltre duemila partecipanti alla ricerca, tra i quali noti chitarristi ed esperti di musica.
I votanti si sono trovati concordi nello stroncare LeBon e soci, definendo le cover di quel disco particolarmente mal costruite e poco appropriate.
Uscito nel 1995, due anni dopo "Duran Duran (the wedding album)", il disco doveva segnare la conferma di un gruppo che, dopo la crisi di fine anni '80, sembrava ritornato sulla breccia grazie a singoli come "Ordinary world", ma in realtà ne affossò le speranze per un decennio, almeno fino ad "Astronaut".
Nella tracklist, si possono trovare "Perfect day" di Lou Reed, "Lay lady lay" di Bob Dylan ed altri classici del rock, oltre ad una improbabile versione di "911 is a joke", in origine un brano fortemente politico a favore della comunità afroamericana dei Public Enemy, ma qui ricantato da un gruppo di bianchi britannici molto glam.
I Duran Duran stessi, del resto, confessarono, qualche tempo dopo l'uscita del disco, che "Thank You" era stato un "suicidio commerciale".
Il gruppo inglese precede nella classifica di Q altre "perle" come l'album da solista di Mick Jagger "Primitive Cool", "Cyberpunk" di Billy Idol, l'escursione musicale di Naomi Campbell "Baby Woman". E ancora, "Allow Us To Be Frank" dei Westlife e l'album tributo a Phil Collins degli artisti hip hop riuniti in Urban Renewal.
Ironia della sorte, nel 2003 sulle stesse pagine del magazine, i Duran Duran erano stati i vincitori del Lifetime Achievement Award, una sorta di premio alla carriera musicale.
Sempre su Q i lettori hanno anche votato il migliore assolo di chitarra di sempre premiando Stairway to Heaven di Led Zeppelin, seguito da Hotel California degli Eagles e da Voodoo Child di Jimmy Hendrix.