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Il clarinettista Marco Colonna presenta il nuovo album "Fili"

Lʼartista ospite a "Jazz Meeting"

Si intitola "Fili" ed è dedicato alla grande artista contemporanea Maria Lai, il nuovo lavoro discografico del clarinettista Marco Colonna. Il musicista si serve dell'elettronica per mutare la sonorità del suo strumento ampliandolo, senza però snaturarlo. Il disco è frutto di una ricerca che ha accompagnato negli anni Marco Colonna e che, contrariamente a quanto si potrebbe ipotizzare, è fatto soprattutto di composizione, piuttosto che di improvvisazione. L'uso delle loop station arricchisce tutto il lavoro, consentendo anche di moltiplicare il suono del clarinetto.

"Fili" pubblicato da Niafunken - dist. Audioglobe è composto da otto tracce: "Maria Pietra"; "Fili" , "SOS Berbos", "A Matita", "Farina e Pianto" , "Pane " Pietra e "Janas". Nella sua carriera Marco Colonna si è unito alla formazione Eternal Love di Roberto Ottaviano registrando un album con Zeno De Rossi, Giovanni Maier e Alexander Hawkins, pubblicato dall'etichetta Dodici Lune. Il gruppo ha ricevuto ottimi apprezzamenti dalla critica ed è stato in primo piano in diverse classifiche di fine anno sia come album sia come ensemble. Ha preso parte a Unit di Stefano Giust e Evan Parker, un concerto e un album con la partecipazione di Alberto Novello, Giorgio Pacorig, Martin Mayes, Patrizia Oliva e Michele Anelli, pubblicato dall'etichetta Setola di Maiale. Nel settembre 2019 ha tenuto un concerto in solo presso la Basilica di San Gaudenzio di Novara, durante la manifestazione European Jazz Conference, seguito da un tour in Africa.

 

 

Marco, quello tra clarinetto e loop station potrebbe sembrare un connubio ardito...

In realtà un accostamento naturale secondo me, volevo creare un tessuto più orchestrale o comunque ampliato rispetto alle mie performance con il clarinetto solo. L’elettronica resta un supporto utile, anche se il mio lavoro in questo disco in particolare è più acustico di quanto si possa pensare. Le loop station sono soprattutto un supporto che utilizzo per registrarmi, dal momento che uso il suono naturale del mio strumento, senza particolari “artifici”. Ho un pedale che uso per il delay e la loop station che utilizzo come una sorta di multitraccia, per registrare su più linee e ampliare le prospettive del mio strumento e quindi della musica.

 

Come è nato il disco?

"Fili" per certi versi è totalmente composto. Ho preparato delle tavole grafiche ed è uno de modi che mi servono per comporre musica. I brani sono strettamente legati all’opera dell' artista Maria Lai. Nasce proprio dall’esigenza di riflettere su alcuni elementi fondamentali della sua poetica come la condivisione, la coscienza e conoscenza di ciò che abbiamo intorno e la possibilità di creare legami con ciò che ci circonda. Non credo ad una separazione tra le arti se non linguistica, ed anche su questo ci sarebbe molto da dire, basti pensare al rapporto tra suono e materia o al dialogo tra musica e danza. Non ci sono limiti tra le arti se non quelle imposte o auto imposte.

 

Quale è stato e come si è evoluto il tuo percorso musicale? 

Sono principalmente un autodidatta, ho percorso diverse strade, partendo dal folk la musica tradizionale italiana, poi quella classica contemporanea e il jazz, che è una sorta di chiave per mettere insieme tutto quanto. Suono la mia musica da oltre sei anni a questa parte, sto suonando in "solo" perché sento la necessità di farlo, non per altri motivi. Credo che il "solo" sia un’esperienza difficile nella carriera di un musicista, ma anche necessaria. Esibirmi in pubblico, pur non suonando il pianoforte, è una delle scommesse che ho cercato di affrontare. È  la musica che parla, un'esperienza che ho provato in questi anni e che sto continuando a sperimentare,  giorno dopo giorno.

 

In questi anni come è stata la tua relazione con il pubblico?

Le persone hanno risposto positivamente, cerco di stabilire empatia con la gente nel contesto che occupo, raccontare storie ed entrare in empatia con le persone. La musica è uno strumento perfetto per stabilire un contatto con il pubblico, che è anche numeroso e reagisce positivamente.

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