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Maroni: "Berlusconi poteva morire"

"Valutiamo oscuramento siti violenti"

"Berlusconi ha rischiato di essere ferito gravemente, di essere ucciso e un esponente importante del Pd non ha trovato di meglio da dire che 'non deve fare la vittima'".

Lo ha detto a Milano il ministro dell'Interno Roberto Maroni, riferendosi alle dichiarazioni di Rosy Bindi. Per quanto riguarda i siti pro-Tartaglia sorti sul web, il ministro, in conferenza in Prefettura, ha detto: "Valutiamo di oscurare i siti Web che incitano alla violenza".

"Quello che è successo è un fatto gravissimo che spero serva ad abbassare i toni, a tornare alla normale dialettica politica, per questo non possiamo che condividere le parole del Presidente della Repubblica. Tutto questo oltretutto avviene all'inizio di una campagna elettorale in cui spero lo scontro politica sia fatto sui contenuti e senza violenza", ha aggiunto Maroni. 

Il ministro si è detto contento dell'unanime condanna all'aggressione anche se ha criticato le affermazioni di Antonio Di Pietro e di Rosy Bindi su quanto è accaduto. "Il clima politico è molto importante perché può ingenerare in persone come quella che ha aggredito Berlusconi una volonta' di violenza. C'e' nei confronti del premier un odio che deriva dalla dialettica politica e questo e' un problema serissimo che la politica deve affrontare", ha concluso.

Secondo Maroni proprio questo clima di ''intolleranza'' può determinare episodi come quello dell'aggressione in persone psicolabili, come, appunto, Massimo Tartaglia. ''In lui - ha spiegato Maroni - ha agito l'odio nei confronti del presidente del Consiglio che e' scaturito da questa dialettica politica, che non privilegia il confronto''.

La violenza sul web
"Dobbiamo poi affrontare la questione dell'eco gigantesco che il fatto ha portato sul web. C'è stato un vero e proprio inneggiamento alla violenza. In pochi minuti su Facebook sono nati oltre 300 gruppi che inneggiavano a Tartaglia. Su YouTube veniva caricato il video dell'aggressione con frasi del tipo 'A Natale si puo' fare di piu". E' un problema serio". 

Maroni ha anche reso noto di aver chiesto alla Polizia Postale di monitorare quanto è successo. "Inneggiare alla violenza è un reato, siamo preoccupati perché proprio il web può influenzare molto le persone e anche i minori. Su Indymedia si è inneggiato ufficialmente all'aggressione e sono state pubblicate anche le foto dei dirigenti della Digos che erano in piazza Fontana sabato. E' una vera schedatura, un atteggiamento squadrista e fascista. Noi faremo di tutto - ha aggiunto il ministro - per proteggere la sicurezza di chi fa il proprio dovere".

Napolitano: "Adesso basta"
"Non ha senso che gli uni accusino gli altri per il clima che si è creato. Se si ha un senso comune della responsabilità si deve tornare a un normale e civile confronto tra le forze politiche e le istituzioni". Lo ha detto il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, commentando l'aggressione al premier Berlusconi. Per il Capo dello Stato ormai vi è una "esasperazione pericolosa della polemica politica" che deve essere fermata.

Tartaglia: "Ho fatto da solo, non sono un killer"
''L' ho fatto io da solo, non sono il killer di nessuno'': lo ha detto Massimo Tartaglia agli agenti del carcere di San Vittore. Tartaglia, a quanto si e' appreso da fonti penitenziarie, ha lasciato intendere di non aver agito per conto di altre persone; L'aggressore del premier e' in una cella della sesta sezione, da solo; nei suoi confronti sono state predisposte misure di ''alta sorveglianza''.