cosa c'è dietro la decisione

Ucraina, cosa vuol dire che gli Usa si ritirano dalla mediazione formale per la pace

Dietro l'annuncio dell'amministrazione Trump si agitano vari fattori: la retorica sul disimpegno americano in caso di mancati progressi negoziali, il nuovo accordo sui minerali sottoscritto e il primo invio di armi a Kiev col tycoon alla Casa Bianca. Ma gli Usa non molleranno affatto le trattative

di Maurizio Perriello
02 Mag 2025 - 16:08
 © Tgcom24

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Gli Stati Uniti si sono ritirati dalla loro posizione ufficiale di mediatori formali nei negoziati di pace tra Ucraina e Russia. La notizia diffusa da The Telegraph e poi ripresa dai media di tutto il mondo era in realtà già stata preannunciata dall'amministrazione Trump nei giorni scorsi, sia tramite il Dipartimento di Stato sia per bocca del segretario di Stato Marco Rubio. Dal punto di vista della propaganda, la decisione è stata giustificata dalla mancanza di progressi negoziali tra le due parti in conflitto, in un momento in cui Washington si è riavvicinata a Kiev dopo l'incontro tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky in Vaticano e la firma di una versione aggiornata dell'accordo sui minerali ucraini. Ma cosa vuol dire davvero che gli Usa non mediano più i colloqui per la pace e cosa c'è dietro?

Una decisione annunciata

 Già il 1° maggio la portavoce del Dipartimento di Stato, Tammy Bruce, aveva specificato che gli Stati Uniti "restano impegnati a sostenere gli sforzi di pace in Ucraina, ma ridurranno il loro ruolo diretto di mediatore". Il presidente Trump "sa anche che c'è un'altra parte del mondo, un intero globo che ha bisogno di attenzione". E ancora: "Non abbiamo intenzione di volare dall'altra parte del mondo all'improvviso per mediare degli incontri. Quello è un problema che riguarda le due parti, ed è giunto il momento che presentino e sviluppino idee concrete su come porre fine a questo conflitto". Le dichiarazioni riflettono un cambiamento significativo nell'approccio di Washington, dopo mesi di stallo della diplomazia orientata a mediare un cessate il fuoco.

Il significato del ritiro degli Usa come mediatori negoziali

 Finora gli Stati Uniti figuravano come mediatori ufficiali tra le parti russa e ucraina. Nel concreto vuol dire che una delegazione o una rappresentanza americana poteva e doveva presenziare in ogni sforzo o eventuale incontro o colloquio a distanza tra Kiev e Mosca. Una condizione necessaria per il Cremlino, che accetta di parlare da pari a pari solo con gli americani, quanto per il governo ucraino, bisognoso di essere affiancato dal proprio protettore strategico. Il Dipartimento di Stato ha affermato che sta modificando "la metodologia con cui Washington contribuisce" alle trattative e che non "volerà più in giro per il mondo senza preavviso" per partecipare alle riunioni. Nella nuova retorica statunitense, ora la palla passa nel campo conteso da Kiev e Mosca, le quali dovrebbero "presentare proposte concrete per porre fine alla guerra" e "incontrarsi direttamente per risolvere il conflitto". Tutto questo non implica affatto che gli Usa si ritireranno dalla mediazione non ufficiale e generale tra le parti in guerra: il dossier ucraino resta strategico per gli apparati americani e i russi vogliono sedersi al tavolo solo con una potenza giudicata di pari livello.

Il primo invio di armi a Kiev dell'amministrazione Trump

 L'amministrazione Trump si trova a barcamenarsi tra la necessità di proseguire il dialogo con Mosca, per staccarla da Pechino, e il rilancio di un timido sostegno a Kiev, che concretamente non potrà essere una questione solo europea. In questo solco si inserisce l'approvazione della prima vendita di forniture militari all'Ucraina da quando il tycoon è tornato alla Casa Bianca, a indicare che l'accordo sui minerali potrebbe aprire la strada a nuove spedizioni di armamenti. Il Dipartimento di Stato americano ha certificato una licenza per esportare "50 milioni di dollari o più" in hardware e servizi per la difesa ucraina, stando a una comunicazione inviata alla Commissione per le Relazioni Estere degli Stati Uniti. Si tratterebbe della prima autorizzazione di questo tipo da quando Trump ha sospeso tutti gli aiuti militari all'Ucraina poco dopo il suo insediamento.

Cosa prevede il nuovo accordo sui minerali tra Usa e Ucraina e perché c'entra

 Zelensky ha affermato giovedì che l'accordo sui minerali è "cambiato significativamente" rispetto alla prima versione e che ora si tratta di "un accordo realmente paritario che consente investimenti in Ucraina". In particolare, l'intesa esclude il recupero dei fondi precedentemente inviati all'Ucraina come aiuti militari e umanitari, che Trump aveva ripetutamente affermato di voler riportare in America. Il piano dovrà inoltre essere attuato "in modo da non ostacolare l'integrazione dell'Ucraina nell'Ue". Le aziende statunitensi non avranno il monopolio degli accordi nel Paese, ma otterranno semplicemente il diritto di partecipare a gare d'appalto competitive a condizioni eque. Il documento finale è stato il frutto di quasi tre mesi di negoziati, dopo che la prima bozza era stata presentata a Kiev dal segretario del Tesoro americano Scott Bessent e respinta da Zelensky perché "troppo punitiva". Un secondo tentativo di accordo e di firma era programmato alla Casa Bianca per febbraio, ma si è interrotta dopo lo scontro fra Trump e il presidente ucraino allo Studio Ovale.

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