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Barattano figlio per un cellulare

Cina, i genitori sono stati denunciati

Una giovane coppia cinese cerca di vendere il proprio neonato per acquistare un cellulare.

Una vicenda che deve fare riflettere perché animata non solo dalla voglia di raggiungere uno status symbol che, si crede, solo il progresso possa fornire, ma spinta soprattutto da una totale e rovinosa alienazione dei valori fondamentali che non hanno né razza né credo.

Hanno cercato di vendere il proprio figlioletto nato soltanto da sei giorni per la somma di 2.500 yuan, l’equivalente di 250 euro circa, per potersi comprare un cellulare. Il padre, un 21enne della provincia cinese di Chongqing e la madre 19enne sono stati denunciati da alcuni testimoni che hanno assistito increduli alla scena. L’acquirente, un 43enne, avrebbe poi rivenduto il bimbo ad una coppia disposta a pagarlo 10mila yuan (poco meno di mille euro). La Polizia fa sapere che il padre, disoccupato, non ha nessuna voglia di anteporre i bisogni del figlio ai suoi mentre la madre, con naturalezza, ha chiesto che le fosse riconsegnato il bambino, dichiarandosi pentita di quanto ha fatto. Le autorità sottolineano la totale mancanza di doti genitoriali della coppia e opteranno per l’affidamento del bimbo.

Il piano dei due è stato sventato ma, in un asettico silenzio, soprattutto nelle zone del mondo in cui per diversi motivi la registrazione alll’anagrafe non è vista di buon occhio, la vendita di bambini è una pratica diffusa. E non tutti hanno la fortuna di essere comprati da famiglie disposte ad amarli.

Giuditta Mosca