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Gaza, confermata l'uccisione di Arrigoni

Hamas: "Volontario italiano soffocato ore prima del blitz per liberarlo"

Da video

Un portavoce del ministero dell'Interno del governo di fatto di Hamas, e poi la Farnesina,hanno confermato ufficialmente la morte del volontario italiano Vittorio Arrigoni, rapito ieri da un gruppo ultra-radicale salafita.

Arrigoni è stato trovato in un appartamento del rione Qarame, a Gaza City, a conclusione di un blitz condotto da miliziani di Hamas, ma ha sostenuto che egli era stato ucciso dai rapitori "qualche ora prima" dell'assalto.

Secondo il portavoce, Yiab Hussein, le ricerche hanno portato quasi subito all'arresto di un primo militante salafita, il quale avrebbe poi condotto gli uomini di Hamas fino al covo, un appartamento, in cui Arrigoni era stato portato. L'assalto risulta essere durato pochi minuti e si è concluso con un'irruzione, dopo una breve sparatoria, e con l'arresto di un secondo salafita, ha sottolineato Hussein.

Arrigoni, però, era ormai morto: soffocato dai rapitori già da "qualche ora", secondo la versione di Hamas. Il portavoce ha riferito che altri salafiti sono attualmente ricercati, ha espresso la volontà di Hamas di "stroncare il gruppo" dei rapitori e ha condannato l'uccisione di Arrigoni - indicato come "un amico del popolo palestinese" - definendola "un crimine contro tutti i nostri valori".

All'alba è arrivata anche la conferma della Farnesina, attraverso il proprio Consolato Generale a Gerusalemme, che ha reso noto che il corpo di Arrigoni è stato riconosciuto presso l'obitorio dello Shifa Hospital a Gaza City.

La cattura di Arrigoni era stata rivendicata da una sigla poco nota della galassia salafita di Gaza, la Brigata Mohammed Bin Moslama, che aveva diffuso giovedì pomeriggio un video nel quale il volontario italiano appariva bendato e con il volto insanguinato. Il video era accompagnato da una sovrascritta in arabo in cui si accusava Arrigoni di propagare i vizi dell'Occidente fra i Palestinesi e l'Italia di combattere contro i Paesi musulmani, mentre si ingiungeva ad Hamas di liberare i salafiti detenuti nella Striscia pena l'uccisione dell'ostaggio entro 30 ore (le 16 italiane di oggi).

Arrigoni era stato il primo straniero a essere rapito a Gaza dopo il giornalista britannico della BBC Alan Johnston, catturato circa quattro anni fa da un altro gruppo locale simpatizzante di Al Qaida, l'Esercito dell'Islam, e liberato dopo 114 giorni di prigionia e lunghe trattative sotterranee. Arrigoni lavorava a Gaza per l'International Solidarity Movement, una ong votata alla causa palestinese, e aveva partecipato in passato alla missione di una delle flottiglie che avevano sfidato il blocco marittimo imposto da Israele all'enclave dopo la presa del potere di Hamas nel 2007 seguita all'estromissione violenta dell'Autorità nazionale palestinese (Anp) del presidente Abu Mazen (Mahmud Abbas).

Napolitano: "Barbarie suscita repulsione"
"Questa barbarie terroristica suscita repulsione nelle coscienze civili". E' quanto scrive il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel messaggio inviato alla signora Egidia Beretta, la madre di Vittorio Arrigoni. "Ho appreso con sgomento la terribile notizia della vile uccisione di suo figlio Vittorio a Gaza - afferma il capo dello Stato -. Questa barbarie terroristica suscita repulsione nelle coscienze civili. La comunità internazionale tutta è chiamata a rifiutare ogni forma di violenza e a ricercare con rinnovata determinazione una soluzione negoziale al conflitto che insanguina la Regione. Esprimo a lei e alla sua famiglia, in quest'ora di grande dolore, i sensi della mia più sincera e affettuosa vicinanza e del più grande rispetto per il generoso impegno di suo figlio".

Abu Mazen: "Arrigoni, crimine odioso"
L'uccisione a Gaza del volontario italiano Vittorio Arrigoni è stata duramente condannata dall'Autorità nazionale palestinese di Abu Mazen. "Condanniamo questo crimine odioso ed esprimiamo tutta la nostra solidarietà alla famiglia della vittima" ha detto alla stampa Saeb Erekat, un esponente di spicco dell'Anp. "Questo crimine - ha precisato - non ha niente a che vedere con la nostra storia e con la nostra religione".

La madre: non si metteva mai in pericolo
''Sono rimasta molto sorpresa, oltre che addolorata che sia successa una cosa del genere per l'attivita' che lui faceva li': Vittorio non si metteva mai in situazioni di pericolo''. Lo ha detto Egidia Beretta mamma di Vittorio Arrigoni, l'attivista rapito e ucciso a Gaza, e sindaco di Bulciago. ''Mi hanno telefonato dei suoi amici poco fa da Gaza - ha aggiunto - mi hanno detto che Vittorio è ora in un ospedale della zona e che anche molti cittadini di Gaza sono molto scossi per la morte di Vittorio''.