Sempre in ansia

Gymtimidation: dopo la prova costume arriva l’ansia da “prova palestra”

Molte persone provano vergogna o disagio ad allenarsi perché percepiscono l’ambiente come giudicante e ostile

29 Ago 2025 - 05:00
 © Istockphoto

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Abbiamo appena superato l'ansia della prova costume in spiaggia, ed eccoci già alle prese con un'altra fonte di stress: la palestra, invece di essere il luogo in cui andiamo ad allenarci per ritrovare la buona forma e il benessere si trasforma in ambiente in cui ci sentiamo giudicati, messi alla prova, o addirittura criticati per la nostra linea non proprio perfetta, per il nostro abbigliamento o per mille altre ragioni. La timidezza palestra è un fatto piuttosto comune, tanto da avere ricevuto persino un nome: “Gymtimidation”, parola che deriva dall’unione dei termini "gym" e "intimidation".

GYMTIMIDATION: COME LA PROVA COSTUME MA TRA PESI E SALA ATTREZZI – Proviamo a immaginare la situazione: non ci alleniamo da tempo, magari da anni, e finalmente abbiamo deciso di vincere la pigrizia e iscriverci in palestra. Ci presentiamo il primo giorno e davanti a noi si distende una fila ordinata di macchine misteriose, delle quali (a parte le cyclette e i tapis roulant) non riusciamo a immaginare il funzionamento. Un istruttore ci fa mostrato i principali esercizi e poi ci ha abbandonato con in mano la nostra scheda, invitandoci a cominciare e rivolgendosi poi a un altro allievo. Intorno a noi la sala è affollata di persone che si esercitano con grande energia: ci paiono tutti bellissimi, snelli, tonici ed elegantissimi in calzamaglie e tute che sottolineano ancora di più i loro muscoli scolpiti. Le specchiere ci rimandano invece l’immagine di noi stessi impacciati, con indosso una tuta e una maglietta che abbiamo scelto nella convinzione che in palestra si deve essere solo comodi e non anche stilosi. Cercando di fare buon viso a cattivo gioco, scegliamo un corso di gruppo e piazziamo il nostro tappetino in un angolo in fondo, sperando di passare inosservati, ma anche così ci sentiamo inadeguati e incapaci di eseguire persino gli esercizi più semplici, finché l’allenatore non interviene misericordiosamente e ci propone la “variante facile”. A quel punto, riusciamo a combinare qualcosa, ma abbiamo la sensazione che gli sguardi di tutti si concentrino sempre più su di noi, con commiserazione. Il ritorno in spogliatoio, poi, ci convince del tutto a dire “mai più”:  anche qui, tra docce e armadietti, si accalcano ragazze e donne dal fisico scultoreo più o meno svestite, che ci osservano con commiserazione, mentre altre sono ormai pronte a uscire perfettamente vestite, pettinate e truccate. Chi non ha vissuto l’esperienza almeno una volta, alzi la mano: secondo alcune indagini, infatti, circa la metà delle persone dichiara di essersi sentita a disagio al punto di aver rinunciato a frequentare un centro fitness; anche tra chi va ad allenarsi regolarmente, il 50% circa continua a non sentirsi del tutto a proprio agio, soprattutto in presenza di persone molto in forma. Le donne sono le più colpite da questa forma di insicurezza, alimentata spesso da aspettative e stereotipi social. Alcuni sondaggi, effettuati negli Stati Uniti e nel Regno unito, hanno scoperto che il 65% delle donne e il 36% degli uomini non vanno in palestra per il timore e la pressione del giudizio altrui. In particolare il 55% delle donne non si vede abbastanza in forma per praticare attività fisica in pubblico; il 49% ammette di sentirsi a disagio indossando l'abbigliamento sportivo, in genere molto aderente e impietoso nei confronti dei piccoli difetti fisici, mentre il 25% teme di apparire incapace e ridicolo.

COME AFFRONTARE LA “PROVA PALESTRA” – La gymtimidation è soprattutto una questione di autostima: non c’è da stupirsi che l’insicurezza sia in agguato soprattutto se non ci alleniamo da molto tempo. L’importante è ricordare che l’attività fisica fa bene alla salute e scegliere una disciplina che ci piace e che ci appassioni. Per mettersi in gioco: ci sono poi alcuni accorgimenti a cui possiamo ricorrere per limitare il disagio. Ad esempio:

- Convinciamoci che gli altri non stanno sempre a guardarci: la convinzione che l’attenzione di tutti sia concentrata su di noi è sbagliata. Per lo più, le persone sono impegnate nel loro allenamento e nell’ascolto del proprio corpo. Concentriamoci a nostra volta sul respiro e sulla corretta esecuzione di un esercizio e la sensazione di essere continuamente osservati se ne andrà.
- Scegliamo gli orari meno affollati: se la palestra non brulica di persone avremo più spazio a disposizione, non dovremo aspettare che si liberi un attrezzo e troveremo un’atmosfera più rilassata.
- Andiamo in palestra in compagnia: allenarsi insieme a persone amiche ci aiuterà ad allentare il senso di disagio e migliorerà la fiducia in noi stessi.
- Cominciamo con un corso di gruppo: una lezione collettiva è più rasserenante di un allenamento solitario. Sotto la guida di un istruttore si ha l’opportunità di imparare nuovi movimenti senza sentirsi osservati e giudicati, e di solito si trova un ambiente più inclusivo.
- Curiamo il nostro abbigliamento: dato che anche l’occhio vuole la sua parte, lasciamo da parte le vecchie magliette e le tute sformate; in fondo ci troviamo in un contesto sociale, nel quale mostrarci in ordine e curati. Regaliamoci una tenuta che ci piaccia e ci faccia sentire bene: ci sentiremo più sicuri di noi stessi e a nostro agio.

- Cerchiamo un angolo tranquillo: se ci sentiamo molto timidi, cerchiamo l’angolo più riservato della palestra e dedichiamoci a esercizi semplici, per guadagnare fiducia. Quando ci sentiremo più sicuri nella nostra prima routine, saremo pronti per affrontare una maggiore esposizione e macchinari più complessi. Consideriamo anche la possibilità di avvalerci di un personal trainer per vincere il primo impatto con la palestra.
- Riconosciamo i risultati ottenuti: registriamo, oltre alle difficoltà, anche i progressi che stiamo facendo, piccoli o grandi che siano. Riuscire ad affrontare una serie in più di certi movimenti, aumentare il carico o anche semplicemente, sentirsi meno affaticati al termine del workout sono tutti segnali di incoraggiamento che dobbiamo riconoscere a noi stessi.

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