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Costa, Schettino: "Sbagliò il timoniere" La Procura pronta a chiedere 20 anni

Primo interrogatorio in aula per il comandante della Concordia: "Non pensavo che fossimo così vicino allʼisola"

francesco schettino concordia costa processo grosseto
-afp

"Non pensavo fossimo così vicino all'isola. Il timoniere sbagliò". Così Francesco Schettino in aula al Teatro Moderno di Grosseto durante l'interrogatorio nel corso del processo sul naufragio della Costa Concordia di cui è imputato. "Il comandante della nave ha la facoltà di tracciare la rotta ma non ha nessun obbligo di informare l'armatore", ha aggiunto. La Procura pronta a chiedere più di 20 anni.

Costa, Schettino: "Sbagliò il timoniere" La Procura pronta a chiedere 20 anni

La Procura di Grosseto è intenzionata a chiedere oltre 20 anni di carcere per Schettino come responsabile del naufragio della Concordia. Lo ha detto a margine dell'udienza il procuratore Francesco Verusio in una pausa dell'interrogatorio di Schettino. Per i vari reati, Schettino potrebbe essere condannato a circa 22 anni.

"Cambiai rotta per tre ragioni" - "L'avvicinamento all'isola favorisce l'aspetto commerciale" anche per questo venne deciso di accostare la Concordia all'isola del Giglio. E' una delle prime risposte date da Schettino al pm. Alla domanda se Costa fu informata del mutamento di rotta, Schettino ha detto che "nelle varie probabilità la navigazione sotto costa si è sempre effettuata" e "il comandante della nave ha la facoltà di tracciare la rotta ma non ha nessun obbligo di informare l'armatore". "In questo caso - ha continuato Schettino - non essendo pianificata la navigazione turistica", come potrebbe essere in un golfo magari prevedendo anche una sosta, "ma trattandosi di un'accostata, non ho avvisato nessuno".

"Tre piccioni con una fava" - L'ex capitano ha anche ricordato che i contatti con il comandante in pensione Mario Palombo, che spesso soggiorna sull'isola, e la richiesta del maitre Antonello Tievoli lo indussero a decidere per l'avvicinamento al Giglio: "Considerato anche l'aspetto commerciale volevo prendere tre piccioni con una fava", cioè fare un piacere a Tievoli, "omaggiare l'isola e Palombo" e dare un valore aggiunto all'aspetto commerciale della crociera. In precedenza, ha detto Schettino, "un paio di volte ho fatto un passaggio ravvicinato al Giglio", quanto alla rotta ha ammesso di averla approvata e di aver visto la carta nautica su cui era tracciata.

"O siamo dei kamikaze o un ufficiale mi disse una bugia" - Schettino ha quindi cercato di mettere in luce errori e omissioni degli ufficiali in plancia durante la manovra di avvicinamento al Giglio. "O siamo dei kamikaze, o avevano tutti paura di parlare, o un ufficiale mi ha detto una bugia e la carta nautica era sbagliata. Oppure avevamo preso un sottomarino!", ha detto riferendosi al fatto che i suoi ufficiali in plancia non gli segnalarono che la nave stava andando sugli scogli.

"Il timoniere sbagliò due volte" - Dopo i due errori consecutivi del timoniere indonesiano Jacob Rusli Bin nell'accostata al Giglio, Schettino non pensò di sostituirlo "perché - ha spiegato in aula - non immaginavo che fossimo in quel punto così vicini all'isola, altrimenti l'avrei sostituito". Schettino ha spiegato anche perché, parlando col timoniere, rise mentre diceva "altrimenti andiamo sugli scogli": "Fu una frase ironica e tranquilla perché non si aveva contezza della situazione".

L'interrogatorio è accompagnato dalla proiezione di schermate sulla rotta e audio tratti dalla 'scatola nera' con le frasi intercettate in plancia di comando.