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Stamina, chiesto processo per Vannoni Stop a cure, Spedali Civili denunciati

La Procura di Torino ha chiesto il rinvio a giudizio di 13 persone tra cui lʼideatore della discussa terapia e Marino Andolina.

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La procura di Torino ha chiesto il rinvio a giudizio di Davide Vannoni e di altre 12 persone per il caso Stamina. L'udienza preliminare si aprirà il 4 novembre. Fra le accuse associazione per delinquere e truffa. Con l'ideatore della discussa terapia, rischia il processo anche Marino Andolina, vicepresidente di Stamina Foundation. Intanto i famigliari di un bimbo di 7 anni hanno denunciato gli Spedali Civili di Brescia per non aver ripreso le cure.

La Procura ha chiesto poi il rinvio a giudizio di Gianfranco Merizzi, presidente dell'associazione farmaceutica Medestea, della biologa Erica Molino e di Carlo Tomino, componente dell'Aifa, l'Agenzia italiana per il farmaco.

La posizione di altri sette indagati (uno è deceduto), è stata stralciata ed è possibile che venga risolta con una proposta di archiviazione.

Vannoni: "Me l'aspettavo" - Non è sorpreso Davide Vannoni alla notizia della richiesta di rinvio a giudizio nei suoi confronti: "Non mi aspettavo nulla di diverso: Guariniello indaga da sei anni e nessuno si attendeva che archiviasse. Questo ci darà l'opportunità di difenderci in aula, esponendo le nostre ragioni".

Denunciati gli Spedali Civili - La famiglia di un bimbo, D.T., affetto dala malattia di Niemann Pick di tipo A, ha sporto denuncia contro il rappresentante e il responsabile sanitario degli Spedali Civili di Brescia per la mancata esecuzione del decreto con il quale, il 29 aprile, il Tribunale di Matera aveva ordinato l'immediata prosecuzione dei trattamenti con Stamina.

"E' giusto che chi sbaglia paghi nei confronti del nostro bimbo, perché da quando non ha più le infusioni sta peggiorando - spiega il nonno del piccolo -. Ci siamo proposti di costituirci parte civile nell'eventuale procedimento penale contro il legale rappresentante degli Spedali Civili di Brescia. L'ospedale ha di sua volontà fatto in modo che il bambino non potesse avere più le infusioni, per almeno fermare la malattia che lo sta portando al peggioramento quotidiano".