Coronavirus, primo ok per il test del vaccino sull'uomo in Germania
Allo Spallanzani di Roma isolato il Covid-19 nelle lacrime di una paziente: era ancora debolmente positivo sino a 27 giorni dal ricovero, quando i campioni del distretto respiratorio non mostravano già più tracce del virus
Il Paul Ehrlich Institut ha autorizzato per la prima volta la sperimentazione clinica di un vaccino contro il coronavirus su un essere umano in Germania. Secondo l'istituto federale per i rimedi biomedici, Magonza Biontech ha ottenuto il permesso di provare il vaccino Rna su 200 volontari in buona salute tra i 18 e i 55 anni.
Spallanzani: gli occhi sono una fonte di contagio Intanto emerge che il coronavirus è attivo anche nelle secrezioni oculari, cioè nelle lacrime, dei pazienti positivi. Lo si evince da uno studio dell'Istituto Spallanzani di Roma. Partendo da un tampone oculare i ricercatori hanno isolato il virus, dimostrando che esso è in grado di replicarsi anche nelle congiuntive. Il report evidenzia che gli occhi non sono solo una delle porte di ingresso del virus nell'organismo, ma anche una "potenziale fonte di contagio".
Partendo da un tampone oculare prelevato tre giorni dopo il ricovero da una paziente positiva al virus, ricoverata presso l'ospedale Spallanzani alla fine di gennaio e che presentava una congiuntivite bilaterale, spiega l'Istituto, i ricercatori sono riusciti ad isolare il virus, dimostrando così che esso, oltre che nell'apparato respiratorio, è in grado di replicarsi anche nelle congiuntive. Si tratta di una scoperta che ha "importanti implicazioni anche sul piano della salute pubblica, tant'è che il risultato è stato comunicato all'Organizzazione Mondiale della Sanità d'accordo con l'Editor della rivista prima della pubblicazione".
La ricerca ha inoltre evidenziato che i tamponi oculari possono essere positivi quando invece i campioni del distretto respiratorio non mostrano più tracce del virus: i campioni respiratori della paziente, infatti, a tre settimane dal ricovero risultavano ormai negativi, mentre il campione oculare era ancora debolmente positivo sino a 27 giorni dal ricovero. Saranno necessari ulteriori studi per verificare fino a quando il virus continua ad essere attivo e potenzialmente infettivo nelle lacrime.
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