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Fratelli uccisi, Riccardo ai magistrati:
"Non ho agito sotto l'effetto di droghe"

Gli inquirenti restano scettici sul movente e cercano possibili complici. Venerdì le autopsie

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Riccardo Bianchi è sempre sotto torchio per l'omicidio di Ilaria e Gianluca Palummieri.

Il giovane non ricorda i particolari dell'uccisione dell'amico, mentre ha ben chiari i dettagli della morte della sua ex fidanzata. E di una cosa dice di essere certo: non ha agito sotto l'effetto di droghe. Gli inquirenti restano scettici sul movente: secondo loro, non è solo per gelosia che Bianchi ha commesso il duplice omicidio.

"Non ho mai preso droghe, solo una canna cinque anni fa", ha detto ai magistrati, secondo quanto riferisce il "Corriere della Sera". Resta però il fatto che molte dichiarazioni del giovane restano fumose e confuse. E che ancora non c'è chiarezza sul movente. E' per questo che i magistrati continuano a scavare nelle dichiarazioni sue e degli amici dei due fratelli e del giovane: potrebbero esserci dei complici, anche se Bianchi continua a negare. Quei gesti orribili sono davvero stati compiuti da un ragazzo "normale", come tanti suoi coetanei, senza un motivo, se non un improvviso black-out?

"Siamo in attesa di possibili spiegazioni", dice una fonte vicina all'inchiesta, da parte di Riccardo Bianchi. Davanti al pm Cecilia Vassena, titolare delle indagini condotte dalla Squadra mobile, e di fronte al gip Stefania Donadeo, Riccardo, cresciuto, come racconta un investigatore, in una "famiglia sana di brave persone", ha continuato infatti a ripetere: "Non so perché l'ho fatto". Un muro di silenzio sulle ragioni di quella terribile violenza davanti al quale i magistrati si sono dovuti fermare, nella speranza che i chiarimenti possano arrivare dai riscontri investigativi o, più avanti, dalle parole del ragazzo. Per questo il pm Vassena potrebbe presto fissare un nuovo interrogatorio.

"Io gli volevo bene a Gianluca... non avevo niente contro di lui", ha raccontato ai magistrati Riccardo, che si trova a San Vittore con le accuse di duplice omicidio volontario e violenza sessuale, difeso dall'avvocato Gianluigi Bonifati.

Secondo la sua versione, avrebbe ucciso Gianluca, suo "caro amico", con una ventina di coltellate dopo una serata passata a bere per locali. Il ragazzo non ha mai fatto riferimento a rancori o a liti con Gianluca e, sempre stando al suo racconto, è stato nelle prime ore del mattino di giovedì, verso le 4, che si è verificato il "black-out". Ha detto infatti di non ricordare nulla degli istanti in cui lo uccideva.

"Improvvisamente ho visto che ero in strada, mi sono reso conto che avevo un coltello in mano e c'era il mio amico morto a terra", ha spiegato. Più lucida invece è stata la ricostruzione delle circa 12 ore di violenze e sevizie nei confronti di Ilaria, uccisa nel pomeriggio di giovedì.

L'ipotesi del movente passionale resta la più plausibile, vista la fine della relazione con la ragazza. Tuttavia, il giovane non ne ha mai parlato con i magistrati e gli inquirenti, che hanno raccolto i tabulati telefonici e molte testimonianze, stanno cercando di capire se sia trattato di un raptus improvviso, degenerato in ore di follia omicida, o ci sia stata premeditazione. Da una prima analisi, intanto, sembra che ci sia corrispondenza tra i luoghi e gli spostamenti indicati da Bianchi nei suoi interrogatori e gli elementi investigativi raccolti.

Resta però l'ipotesi dei complici, che gli inquirenti stanno vagliando con attenzione. Si cercano dunque tracce di dna per verificare se erano presenti altre persone. Finora il coltello con cui ha ucciso l'amico non è ancora stato ritrovato, mentre l'autopsia sui due cadaveri è stata fissata per venerdì.

Il pm potrebbe anche chiedere presto una perizia psichiatrica per verificare le condizioni di Riccardo, che non ha mai sofferto di disturbi mentali o forme depressive. In carcere viene costantemente controllato per evitare che compia gesti autolesionisti. "E' davvero un ragazzino - spiega che gli è stato vicino in questi giorni -. Potrebbe avere 17 anni".