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Ecco come Pocho e i suoi "colleghi" diventano i temuti cani antidroga

La scoperta di quantitativi di sostanze stupefacenti è per lʼanimale, che sfrutta i suoi istinti naturali, un gioco, assicurano gli addestratori cinofili della polizia

Ecco come Pocho e i suoi
polizia

Come ha fatto Pocho, il jack russel dell'unità antidroga della Questura di Napoli, a diventare un super cane poliziotto, temuto dai pusher di Scampia, Ponticelli e della movida del Golfo, tanto che la camorra ha messo una taglia sulla sua testa? Pocho e i suoi colleghi vengono chiamati a indossare la divisa solo dopo test e prove attitudinali e vengono addestrati alla ricerca di sostanze stupefacenti come se fosse un gioco.

Il carattere dell'animale e l'affiatamento con il suo conduttore fanno il resto e spingono al successo nelle operazioni di polizia. Metodi e tecniche sono state spiegate online da Laura Giacobelli del Centro allevamento e addestramento cani della polizia di Nettuno.

Da dove arriva un cane antidroga? I cani arruolati nella polizia arrivano da allevamenti nazionali ed europei (Paesi Bassi, Europa centro-orientale) e hanno un'età compresa tra i 12 e i 30 mesi. Buoni risultati si stanno ottenendo anche da meticci arrivati da canili pubblici. Come i "colleghi" uomini, - si legge sul sito della polizia di Stato - gli animali "devono superare accurate visite mediche e prove psico-attitudinali; vengono sottoposti a esami clinici, a radiografie e a una serie di test per verificare se abbiano i requisiti psico-fisici e caratteriali necessari per svolgere le mansioni cui saranno destinati".

I protocolli vengono utilizzati dalle polizie di tutto il mondo. Superata la prima selezione, dopo un periodo di osservazione sanitaria, i candidati prescelti vengono affidati a un istruttore del Centro cinofilo della polizia di Stato, "che ne valuta ulteriormente le attitudini e gli aspetti caratteriali affinché siano compatibili con quelli dell'allievo conduttore, al quale l'animale verrà successivamente assegnato per la frequenza del corso di qualificazione. Verificata 'l'affinità di coppia', il cane ed il conduttore, al termine corso, formeranno l'unità cinofila e cominceranno la loro attività di servizio. Un'apposita commissione analizzerà e deciderà quando sarà il momento di andare in 'pensione'".

L'addestramento come un gioco, sfruttando gli istinti naturali Come i suoi colleghi dell'antiesplosivo e del soccorso, anche il cane del servizio antidroga è per sua natura giocherellone, "ma deve avere un atteggiamento possessivo per conquistare la pallina o il fantoccio con il quale gioca", precisa sul sito della polizia di Stato Laura Giacobelli, responsabile del Centro allevamento e addestramento cani della polizia di Nettuno.

Alla base del loro addestramento c'è il gioco e l'odore viene associato al divertimento. "A differenza del cane antiesplosivo che si siede quando fiuta qualche ordigno - sottolineano gli agenti addestratori - il cane antidroga, in presenza di sostanze stupefacenti, scava animosamente fino a scovarle, anche se sono nascoste nei posti più impensati, come serbatoi di benzina o assi di trasmissione dei tir, carrozzeria e i sedili delle autovetture o i mobili".

"La salute del cane è una priorità" L'imprinting è lo stesso dell'addestramento antiesplosivo e le sostanze stupefacenti usate per abituare il cane sono cinque: all'inizio hashish e marijuana, successivamente anche ecstasy, eroina e cocaina. La droga utilizzata in minimi quantitativi, viene chiusa in un sacchetto di tela fitta e poi inserita in una pallina o in un altro gioco per il cane.

"La conquista della pallina ad ogni costo è per il cane un gioco, ma è anche il modo per rendere felice il suo conduttore. Nessun cane sniffa o mangia queste sostanze", ci tiene a precisare Giacobelli: "I cani si ammalerebbero e non possiamo permetterci di perdere la nostra linfa vitale. La salute del cane rimane sempre la priorità".