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"Così nacque la sigla di Goldrake"

A Tgcom il "papà" Alberto Tadini

Con le sue avventure ha fatto sognare i bambini, ma non solo.

Le sue gesta, per difendere la Terra dall’esercito di Vega, hanno stregato un’intera generazione. Perfino l’astronauta Umberto Guidoni, prima di laurearsi in astrofisica, rimaneva incollato davanti alla tv a guardare "Goldrake", magari mangiando “libri di cibernetica e insalata di matematica”. Quest'anno le spettacolari battaglie di Actarus compiono trent’anni. Era il 4 Aprile del ’78 quando Maria Giovanna Elmi presentò su ReteDue (l’odierna Rai2) la prima puntata di “Atlas – Ufo Robot”.

Il cartoon, nato dalla matita del giapponese Go Nagai, in pochissimo tempo divenne una serie cult tra gli adolescenti di allora. Così come la sua sigla: un vero e proprio tormentone. La musica era scritta da Vince Tempera e Ares Tavolazzi, il testo da Luigi Albertelli e a cantarla c'era Alberto Tadini.

A distanza di trent'anni Tadini ricorda al Tgcom quegli anni e il successo di una colonna sonora che ha segnato l’infanzia di ognuno di noi. Adesso vive a Caravaggio, piccola cittadina in provincia di Bergamo, ha posato il microfono in soffitta, insieme alla tuta di Actarus, per lavorare in un’agenzia immobiliare, e sogna di volare, questa volta, tra le stelle della pittura.

Come è finito a cantare la colonna sonora di Goldrake?
Nel '71, quando partecipai al Festival di Sanremo, conobbi il maestro Tempera e diventammo amici. Quando lasciai il gruppo dei Gens, iniziai a cantare con la sua orchestra. Andammo in tournée in giro per l'Italia e Tempera diventò il mio produttore. All’epoca delle sigle dei cartoni, cantavo con i "Bobo Express", un'orchestra di Bologna che annoverava tra i componenti anche Paolo Gianolio (attuale chitarrista di Baglioni) e Fio Zanotti (arrangiatore di Celentano, Anna Oxa). Tempera mi chiamò dicendo che c'era una sigla di cartoni giapponesi che doveva andare in onda sulla Rai. Non ci pensai un minuto e partecipai al coro di Ufo Robot. In seguito fu composta anche la sigla di Goldrake per i titoli di coda, dove la mia voce fu più in evidenza.

Ebbe un successo enorme.
Si, rimase nelle hit diverse settimane. Ho avuto anche il disco d’oro. All’epoca tutti ascoltavano Goldrake: i bambini ma anche gli adulti. Alla radio la passavano in continuazione. Baglioni, ricordo, non fu tanto contento di questo successo…

Mi sa che non era il solo. E’ vero che anche a Guccini non andò giù il successo ottenuto nelle classifiche?
Guccini, che per informazione è accompagnato tuttora da Tempera nelle proprie tournee, disse: "Che vergogna! L'intera nazione vittima di queste puttanate...". Scherzava. Io la vedo come una presa in giro. Spesso, infatti, capita che i concerti di Guccini vengano aperti dalla sigla di Ufo Robot.

Goldrake ha fatto sognare una generazione. Anche se, quando uscì in Italia, non mancarono le polemiche. Come mai?
La polemica sul cartone era nata principalmente per la violenza dei combattimenti, che poi i bambini potevano imitare. Poi Goldrake venne trasmesso in un periodo in cui esistevano solo due canali Rai. C'era solo qualche piccola rete privata e solo regionale. La censura e il pensiero comune al tempo erano molto ingessati.

Lei non ha cantato solo la sigla di Goldrake, ma anche di altri cartoni. Quali?
Ho cantato le sigle di "Capitan Harlock" e "Goldrake". Ho partecipato ai cori di "Remi", "Anna dai capelli rossi", "Daitarn 3" e tanti altri. Poi sull’onda del successo di Goldrake sono uscite sigle a raffica.

E dopo Ufo Robot, cosa ha fatto? Come mai ha chiuso con la musica?
Dopo il successo, che fu solamente discografico, sono stato contattato solo ed esclusivamente per cantare canzoni per bambini che rifiutai sistematicamente. E così decisi di fermarmi.

Perché rifiutò queste proposte?
Non era quello che volevo. Sono un cantante di musica leggera ma ormai mi avevano messo l’etichetta del cantante per bambini. Quando andavo a proporre dei nuovi pezzi le case discografiche non li prendevano in considerazione, anzi mi proponevano di cantare le sigle dei cartoni. Ma a me non andava a genio. E così pur avendo raggiunto il successo, anche se per un periodo, decisi di smettere. Ha preso poi il mio posto Cristina D’Avena.

Non si è però pentito di aver cantato la sigla di Ufo Robot?
Si, purtroppo mi pento di aver cantato queste canzoni. Canzoni che mi hanno portato al successo e mi hanno imprigionato in uno stereotipo indelebile. All’epoca ero un discepolo di Battisti, ci eravamo anche incontrati. Avevo fatto pure dei provini per la sua casa discografica la Numero Uno. Se dovessi scegliere una canzone di Battisti da cantare non c’è dubbio, sceglierei “Emozioni”.

E dopo aver lasciato la musica e i cartoni che ha fatto?
Ho aperto un negozio di dischi, che integrai con il noleggio delle videocassette. Nel 2000 iniziai l'attività di agente immobiliare che tuttora svolgo. Oggi faccio l'immobiliarista, dipingo e organizzo mostre con i miei quadri. Coltivo bonsai da 20 anni e ogni tanto faccio qualche serata, ma non troppo volentieri. Mi sembra di andare al gerontocomio. Ho sempre guardato con tristezza i vecchi orchestrali. Anche per questo motivo ho deciso di lasciare il mondo della musica.

Che fine ha fatto il costume rosso da Goldrake? Ce l’ha ancora?
E’ stato venduto ad un'asta benefica per i bambini affetti dalla sindrome di Down.

Canta ancora oppure ha definitivamente appeso il microfono al chiodo?
Canto ancora quando mi chiamano per qualche programma. Ultimamente ho partecipato a “50 canzonissime”, il programma di Carlo Conti. Il titolo giusto però dovrebbe essere 60 canzonissime vista l'eta media dei partecipanti.

Ha dei sogni?
Beh adesso mi dedico alla pittura e organizzo mostre. Chissà se un giorno i miei quadri saranno apprezzati…

Pasquale Filippone

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