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Milan, Galliani celebra i 115 anni: "Inzaghi può fare come Ancelotti"

"E' fantastico per applicazione. Abbiamo fatto la storia del calcio" 

- Al 115° compleanno del Milan non poteva mancare Adriano Galliani. L'ad rossonero parla di tutto durante un'intervista: "Credo ci siano tre grandi momenti del Milan di Berlusconi: Sacchi con le due Coppe dei Campioni consecutive, Capello con tre finali di Champions e poi le stagioni con Ancelotti. Questi tre ci hanno portato in vetta al mondo". Inzaghi somiglia a Carletto: "E' fantastico, si applica in modo pazzesco e sarà un grande tecnico".

Milan, Galliani celebra i 115 anni: "Inzaghi può fare come Ancelotti"

Per l'attuale allenatore solo parole al miele: "E' l'esempio che con la forza di volontà e la determinazione si può ottenere tutto - spiega l'ad a 'Milan Channel' -. E' diventato un giocatore stellare grazie alla sua applicazione e alla sua voglia e intelligenza. Credo che farà bene l'allenatore perché lavora giorno e notte e studia tutti gli avversari nei dettagli. Ha una conoscenza incredibile, lui ha segnato tanti gol perché sapeva i punti deboli dei suoi avversari. Ronaldo il Fenomeno era il contrario di Pippo, così come Ronaldinho. Mi chiedo spesso cosa potevano fare questi giocatori se avessero avuto l'applicazione di Inzaghi".
Il paragone d'obbligo è con Ancelotti, che il Milan riuscì a strappare alla concorrenza con un colpo di reni nel 2011: "Avevo sentito Ancelotti e mi disse che stava per firmare per il Parma. Finita la partita di Torino (sconfitta per 1-0 con Terim in panchina, ndr), parlo con il presidente e decidemmo di cambiare allenatore e di puntare su Ancelotti, sperando che non avesse già firmato. Chiamai subito Carlo che mi disse che il giorno dopo doveva firmare con i gialloblù e così mi presentai la mattina seguente a casa sua per convincerlo ad accettare la nostra proposta. Arriva a Milano e comincia la sua straordinaria avventura con noi. Spero che Inzaghi possa fare come Ancelotti, sono persone diverse, ma credo che anche Pippo abbia imboccato la strada giusta".
Il momento più drammatico è rappresentato dalla finale di Istanbul del 2005, in cui i rossoneri furono rimontati e battuti dal Liverpool: "Mi dispiace molto per Hernan Crespo che in quella stagione di Champions fece cose straordinarie. Non è vero poi che quella sera abbiamo esultato negli spogliatoi all'intervallo. Dopo quei sei minuti, noi abbiamo ripreso a giocare bene, abbiamo rischiato di vincere nel finale con Sheva, ma Dudek parò con il polso in modo incredibile. Credo che abbiamo giocato meglio nel 2005 che nel 2007. Dopo quella partita Gattuso voleva andare via, fu l'unica volta che me lo chiese. Credo sia stato il giocatore che ah sofferto di più per quella gara". Su Kakà: "E' un giocatore stratosferico, ci ha regalato emozioni fantastiche. Vince meritatamente il Pallone d'Oro nel 2007 dopo aver vinto la Champions. Ricordo la telefonata di Ancelotti dopo il primo allenamento di Kakà per dirmi che era un fenomeno, una cosa del genere non l'ha mai fatta per nessuno".
Dopo le belle parole per Weah ("Ho ancora impressi i suoi gol in testa"), qualche retroscena sull'acquisto di Rivaldo: "Avevo provato a prenderlo nell'estate del 2000, ma non ci eravamo riusciti. La storia di Rivaldo nasce nell'estate del 2002, io ero a Ibiza e incontrai Florentino Perez che mi disse che il Barcellona stava per lasciare partire Rivaldo. Chiamai subito il presidente Berlusconi per comunicargli la notizia e lui mi disse di fare di tutto per prendere Rivaldo e che nel caso sarebbe anche intervenuto lui in prima persona per comprarlo. A proposito del presidente: "E' veramente un grande, è fantastico in tutto quello che fa".

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