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Mancini: "Inter, peccato. Ma non ho rimpianti"

Lʼex tecnico nerazzurro: "Solo Ibra e Touré avrebbero potuto cambiare la lotta scudetto"

Mancini: "Inter, peccato. Ma non ho rimpianti"

Roberto Mancini è tornato a parlare di Inter: "Non voglio avere rimpianti, era una sfida importante. Purtroppo non ho concluso la missione, ma resta un'esperienza positiva. Sono stati fatti passi avanti molto importanti, oggi esiste una squadra base che prima non c'era. La lotta scudetto? Touré, come Ibrahimovic, è uno di quei giocatori che fanno la differenza, possono spostare da soli l'esito di un campionato", le sue parole a Il Corriere dello Sport.

Mancini ha continuato. "Non voglio dire oggi che ho fatto male ad accettare. Era una sfida importante, sono convinto di non aver sbagliato a tornare a Milano". Sull'addio, l'ex tecnico nerazzurro ha aggiunto: "Ci siamo stretti la mano, da buoni amici. I rapporti restano buoni e non ho motivo di avere rancori contro il club, come penso loro non possano averne nei miei confronti. La risoluzione è stata consensuale, non siamo riusciti ad imboccare la stessa strada per raggiungere gli obiettivi che l'Inter deve sempre avere davanti: lo scudetto e la Champions. Resterò, ovviamente, un tifoso nerazzurro. I dubbi sulla mia preparazione? Sciocchezze, l'unica accusa su cui voglio rispondere. L'ultimo che mi ha tirato in ballo è stato Gullit. Era invidioso da giocatore, lo è anche adesso da disoccupato. Cosa sa lui per parlare del lavoro di un collega? All'Inter hanno i dati del lavoro fatto durante la preparazione: siamo nell'epoca moderna, ci sono i Gps, i computer, io ho uno staff di professionisti seri, nessuno può permettersi di denigrare il nostro piano. Ci sono i dati, i numeri, è tutto registrato. Non esiste, per chiarezza, una squadra pronta il 20 agosto. Ci vogliono sei o sette giornate, diciamo il mese di settembre, per essere al top. E questo vale per tutti. Fine del discorso e di una polemica strumentale".

Un pensiero su Touré: "Avevamo quasi chiuso il suo acquisto con il presidente Thohir un anno fa, poi lui preferì non tradire il Manchester City dove lo avevo portato io. Touré, come Ibrahimovic, è uno di quei giocatori che fanno la differenza, possono spostare da soli l'esito di un campionato. Come Messi e Cristiano Ronaldo. Oggi la Juve fa parte di un altro pianeta, sotto tutti i punti di vista. Ma se un club avesse preso Ibra o Yaya o addirittura tutti e due insieme avrebbe lottato con i bianconeri per il titolo. Ne sono certo. Non parlo solo dell'Inter, parlo di Milan, Napoli, Roma, Fiorentina. Dybala? Ho provato a portarlo all’Inter, da Palermo, ma lui scelse la Juve. Un fuoriclasse, uno che può avvicinare Messi. Da dove riparto? Aspetto un progetto serio, non ho fretta. Ogni tanto staccare fa bene".

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