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Inter e Milan, il brusco risveglio

L'illusione di settembre e l'amara realtà. Le crisi vengono da lontano. Per Inzaghi e Mazzarri sarà dura. Ma si sapeva

- (r.o.) - L'Inter è affondata, all'improvviso. Il Milan ha smesso di saper vincere. E Milano brucia così, in fretta, la sua pallida illusione d'estate: quando al Milan riusciva di battere Lazio e Parma e di saper resistere alla Juventus; e all'Inter di vincere, non subire gol e affrettarsi alle soglie del podio-scudetto. Ma dopo questa domenica bestiale in casa nerazzurra e con l'amaro sapore di un'altra occasione perduta dalle parti rossonere, che cosa rimane?
Pippo Inzaghi rimane sotto la lente d'ingradimento del dubbio: è l'uomo giusto per rilanciare i rossoneri? Walter Mazzarri resta sotto quella cappa di insofferenza di fonte interista (tifosi) che pareva rimossa. E l'illusione svanita è quel che rimane, in attesa di altri responsi e della voglia di crescere e di vincere che anima le due milanesi, dopo quei "botti" di inzio settembre che avevano fatto dire e scrivere: Milano, il Pallone è risorto.
Il problema è che le crisi delle due squadre, purtroppo, partono un po' troppo da lontano: l'ultima vittoria del Milan è datata agosto 2011, Supercoppa italiana; l'ultima dell'Inter è del maggio 2011, Coppa Italia, poi il progressivo adagio rossonero, culiminato coi tre allenatori da gennaio a luglio; e il tonfo interista con Stramaccioni e l'addio di Moratti, con la lieve risalita del'ultima stagione. Lieve, appunto.
Molto hanno cambiato in estate, le due squadre. Ma il vizio di fondo, l'insicurezza di gioco, di tenuta e anche mentale vorremmo dire, non si è spento, continua ad accompagnare e condizionare le prestazioni e i risultati.
Certo, non si poteva nemmeno immaginare il clamoroso Inter-Cagliari 1-4. E nemmeno un Milan che dopo 6 punti, 8 gol fatti e 5 subiti nelle prime 2 gare, aggiungesse solo 2 punti, 3 gol fatti e 4 subiti nelle successive tre. C'è qualcosa che rimane dentro delle ultime stagioni, per Inzaghi che è nuovo del mestiere di allenatore (di una prima squadra) il compito è arduo; per Mazzarri che ha un bagaglio di lungo corso e un'Inter che gli toglie il sonno lo è altrettanto.
L'Inter e il Milan battezzate "da scudetto", o perlomeno da terza forza della Serie A, dopo tre turni di campionato sono state una anomalia interpretativa. Non lo erano, non lo sono oggi. Fra un paio di mesi ne sapremo di più, ma la sensazione è quella di due squadre che devono trovare perlomeno la minima certezza di non sbandare ai primi colpi di vento. Ci vuole pazienza per ripartire, con la speranza che Inzaghi si riveli l'uomo giusto e Mazzarri sappia riprendersi il ruolo che gli compete. Uno ha dalla sua parte i tifosi e Berlusconi. L'altro, Thohir e un po' meno i tifosi. Sarà dura.

Inter e Milan, il brusco risveglio
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