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Livaja chiama Thohir: "Vorrei tornare all'Inter"

L'attaccante dopo la lite con i tifosi dell'Atalanta: "Molte delle cose che escono sui giornali non sono vere, ma non voglio giustificazioni"

- Il litigio con i tifosi è costato a Livaja la chiusura anticipata della sua esperienza con l'Atalanta. L'attaccante, in comproprietà tra Inter e bergamaschi, è tornato in questi giorni in Croazia e prova a immaginare il suo futuro: "A Milano c'è molta concorrenza, il presidente Thohir ha annunciato grossi investimenti, sarà difficile guadagnarsi un posto. Io ho un contratto di due anni, chissa che non possa riportarmi indietro in nerazzurro".

Livaja chiama Thohir: "Vorrei tornare all'Inter"

In molti l'hanno già definito un bad boy, visti i suoi già numerosi 'colpi di testa' nonostante la giovane età (20 anni): "Molte delle cose che escono sui giornali non sono vere, ma non voglio giustificazioni - dice nel corso di un'intervista a Sportske Novotski, come riportato da fcinternews -. Chi mi conosce sa che la verità non è quella che viene scritta, c'è sempre un altro lato. Ora spero che il club non mi sospenda (in realtà l'ha già fatto, ndr), ma con me non si sa mai (ride, ndr). Se è una questione di mentalità? Si può dire che è la mentalità di Spalato. Io ho lasciato l'Hajduk a 16 anni e mezzo, è troppo presto per chiunque. Ma dovevo andarmene, era una mossa intelligente perché scadeva il mio contratto e nessuno mi aveva ancora contattato".

Qualcosa di "non vero", come sottolinea Livaja, ci sarà sicuramente. Ma la lite con i tifosi atalantini e il rifiuto di andare a scaldarsi a Udine sono, ahilui, pura realtà: "A Udine avevo deciso di non riscaldarmi al 78'. A gennaio volevo lasciare l'Atalanta, ma non mi è stato dato il permesso. Mi hanno detto che ero troppo importante per la squadra, salvo poi tenermi in panchina e mandarmi a scaldare al 78'. Perché al 78' se sono così importante? Ma nel calcio è normale che accadano queste cose. Io sono pagato, siamo professionisti e ammetto di aver sbagliato".

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