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Teatro Cucina, lo ʼchefʼ Valentino Infuso: "Lʼingrediente segreto è il pubblico"

Dal 25 novembre, a quindici anni dal debutto, torna a Milano lo spettacolo-evento culinario

teatro cucina, valentino infuso
ufficio-stampa

Il 25 novembre lo spettacolo culinario Teatro Cucina torna al Teatro in Polvere di Milano, dopo una 'lievitazione' durata quattro anni. Un'occasione per festeggiate quindici anni di successi, nel luogo dove tutto ebbe inizio nel lontano 2000. A Tgcom24 Valentino Infuso, ideatore e protagonista dello spettacolo, svela che "l'ingrediente segreto è il pubblico, che diventa parte attiva dello spettacolo".

Teatro Cucina, lo ʼchefʼ Valentino Infuso: "Lʼingrediente segreto è il pubblico"

A cucinare lo spettacolo dietro i fornelli c'è la regista Elisabetta Faleni, ideatrice insieme a Valentino Infuso del progetto Teatro Cucina. In scena, oltre a Infuso, Monica Bonomi e Paola Crisostomo che portata dopo portata, danno vita ai diversi personaggi. Ad accompagnare il banchetto il musico Roberto Zanisi.

Uno spettacolo cult che vanta numerose imitazioni "per tutelarci abbiamo dovuto registrare il marchio" e che ha già conquistato tutto il mondo, compresi artisti del calibro di Gabriele Salvatores e Goran Bregović.

Dopo 15 anni "Teatro Cucina" il 25 novembre torna al Teatro in Polvere, dove tutto cominciò. Come si è evoluto lo spettacolo in questi anni?
La struttura dello spettacolo è rimasta molto simile da quando l'abbiamo ideata io e Elisabetta Faleni nel 2000. Questo perché è una messa in scena che prevede pochi spettatori e una partecipazione attiva del pubblico.

Il pubblico è infatti un elemento importante all'interno dello spettacolo. Come vi relazionate?
Lo iniziamo a coinvolgere durante il matrimonio gitano, come se fossero gli invitati del banchetto nuziale. L'interazione con il pubblico è fondamentale per noi. Devo dire che gli spettatori sono sempre attivi, non ci è mai capitato di trovarci di fronte ad un silenzio imbarazzante. E' un attore in più, l'ingrediente segreto che cambia ad ogni replica.

Attraverso il cibo toccate diverse tematiche importanti. Come le raccontate?
Partiamo dall'impasto per il pane, che è metafora della creazione. Poi attraverso le portate affrontiamo diversi altri aspetti della vita. C'è la triste frittata solitaria, l'amore filiale nella scena della polpetta, la pasta della nonna legata ai ricordi. E ancora il conflitto generazionale nella monta degli albumi, la trasgressione del cioccolato e il formaggio stagionato, che invece rimanda alla vecchiaia.

E il menu segue gli attori nel loro viaggio...
E' stato selezionato dal misterioso cuoco Gustavo Lamandragola e varia un pochino a seconda delle stagioni, ma è strettamente connesso alla drammaturgia. Se dovessimo cambiare la scena inevitabilmente cambierebbero le portate sul tavolo e viceversa. E' il mezzo che ci permette di arrivare -letteralmente - alla 'pancia' del pubblico.

L'impianto è sempre comico, anche quando affrontate temi meno piacevoli come la vecchiaia e la morte?
Cerchiamo di fare comunque divertire. Quando la vecchina porta il formaggio giochiamo sul concetto di stagionatura, che riguarda entrambi. Così come dopo la danza dedicata alla morte abbiamo inserito una scena comica. Peschiamo po' dalla tradizione partenopea e un po' improvvisiamo a seconda del pubblico che abbiamo davanti.

Voi siete stati dei pionieri, ma negli ultimi anni si sono moltiplicati i programmi dedicati alla cucina. Cosa ne pensi di questo fenomeno?
Mi chiedo davvero che sapore possa avere quel cibo, con tutto l'odio e la competizione che ci mettono nel prepararli. Si vedono sempre questi chef duri e violenti, che quasi ti frustano. Non mi piacciono, la nostra idea è molto diversa...

Qual è la vostra idea di cucina?
Abbiamo preso spunto dal libro di Laura Esquivel "Dolce come il cioccolato", da cui hanno tratto anche il film "Come l'acqua per il cioccolato". Mi ha colpito la scena in cui la protagonista si punge con le spine della rosa e versa il sangue nell'impasto, mette in maniera fisica tutta se stessa nel cibo che prepara. E' stata una fonte di ispirazione.

Quando:
25, 28, 29 novembre e 1 dicembre (ore 20.30)
dal 16 al 20 dicembre (ore 20.30)
Dove:
Atelier di Teatro in Polvere – Via Privata Bastia, 15 (Milano)
Biglietti
Intero 64 euro
Ridotto (under 23 e over 70): 49 euro
Prenotazioni:
Tel: 320 81.86.817
E-mail: teatrocucina@teatroinpolvere.it
Sito web: www.teatroinpolvere.it