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"Split", un uomo e 23 personalità nel thriller di M. Night Shyamalan

Il regista de "Il sesto senso" firma un thriller psicologico sul disturbo della personalità multipla. Tgcom24 lo ha incontrato

Un thriller che tiene col fiato sospeso fino all'ultimo, un finale a sorpresa con risvolti tra il fantascientifico, l'horror e il soprannaturale e due bravissimi attori, James McAvoy e Anya Taylor-Joy.

M. Night Shyamalan torna con "Split", nelle sale italiane dal 26 gennaio, ai fasti de "Il sesto senso". Il regista porta il suo pubblico ad esplorare la mente umana e le sue infinite possibilità attraverso la storia di Kevin, un uomo con 23 personalità...

Alla sua seconda collaborazione con la Blumhouse di Jason Blum dopo "The Visit" (altro successo al botteghino), ma anche dopo i flop di "After Earth" e "L'Ultimo Dominatore dell'Aria", il regista indiano segna un vero e proprio goal cinematografico. Il thriller psicologico e claustrofobico ha scalato immediatamente il box office americano nell'ultimo fine settimana incassando 40 milioni e 190 mila dollari.

"Split" parla di un uomo, Kevin (James McAvoy), che soffre di un grave disturbo dissociativo dell'identità, con ben 23 personalità che si alternano di continuo in un susseguirsi di colpi di scena. Dopo aver rapito tre giovani ragazze, Kevin le rinchiude in un sotterraneo, dove le tiene segregate per giorni. Nel frattempo frequenta regolarmente le sedute da una anziana psicologa, che indaga sulla straordinaria convivenza in lui delle 23 personalità, con età, guardaroba, voce, pensieri e sesso diversi. Fino a quando la ventiquattresima non viene alla luce e si manifesta in tutta la sua mostruosità.

Da sempre interessato alla psicologia (la moglie è una psicologa di mestiere) e alle infinite possibilità della mente umana, Shyamalan si cimenta con una materia affascinante quanto inesplorata e ancora sconosciuta.
Le domande che il regista sembra porsi sono quelle che spesso abbiamo ritrovato nei suoi film più riusciti: "Cosa succede nel cervello umano dopo un trauma psicologico e fino a dove può arrivare la mente umana nel momento di rottura degli apparenti equilibri interiori? A queste domande Shyamalan risponde con un film che tiene incollati alla sedia, scena dopo scena, senza banalità, senza retorica alcuna.
Non dà nulla per scontato il bravo regista e dimostra di avere ancora molto da dire. Ma soprattutto svela infinite falle nelle nostre certezze quotidiane: nessuno è davvero solo ciò che appare agli altri, ognuno è invece o può diventare ciò che crede di essere...