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Green Day, "Revolution Radio":atto di protesta contro un mondo folle

Esce il nuovo album del trio californiano, tra melodia, furore punk e un pizzico di romanticismo. A gennaio saranno in concerto in Italia

Esce in tutto il mondo "Revolution Radio", l'atteso nuovo album dei Green Day.

Un lavoro importante dal punto di vista tematico, con canzoni che si muovono tra privato e pubblico, incentrate sulla complessità della vita moderna. La band di Billie Joe Armstrong sarà protagonista in Italia di quattro date con cui inaugurerà il tour europeo.

Si apre con il delicato arpeggio di chitarra elettrica di "Somewhere Now" l'attacco sonoro dei Green Day ai nostri tempi malati. Un'introduzione morbida che non deve ingannare perché, così come avevano fatto intuire i brani che avevano fatto da apripista, tanto "Bang Bang" che la title track, Armstrong e soci non si sono per nulla addomesticati. La ricetta, come diceva qualcuno tempo fa, "tanto per cambiare, è sempre la stessa": sezione ritmica massiccia, muro di chitarre distorte e melodie accattivanti che si infilano in testa se non al primo, sicuramente al secondo passaggio. Chi sia punk o punk pop, quello è che certo che il trio è sempre fedele a se stesso, mantenendo uno standard decisamente elevato.

Se da un punto di vista stilistico si può sapere a scatola chiusa cosa si troverà in un album dei Green Day (anche se non mancano episodi dal taglio ambizioso, quasi di una mini opera rock come "Forever Now"), il lavoro prende corpo sul piano lirico, con testi che spaziano dal personale, con riferimenti al rehab di Armstrong e a un pizzico di nostalgia per i tempi andati ("Outlaws" e "Too Dumb To Die"), al politico. E' l'America dei nostri giorni che viene messa sotto la lente d'ingrandimento in modo impietoso: quella del movimento Black Lives Matter, dei blindati per le strade di Ferguson ("Say Goodbye"), dei disordini razziali e delle ineguaglianze economiche ("Troubled Times"). In mezzo a questo trova spazio anche l'allegro romanticismo di "Youngblood".

Che il gruppo, da "American Idiot" in avanti, sia cresciuto sul fronte del songwriting è evidente. Così ad alcuni pezzi che rimandano in maniera palese alla furia degli esordi di "Dookie", se ne affiancano altri dal taglio più maturo. Di punk è rimasta l'attitudine "contro". Quella che fa dire a Billie Joe "Non accetto lo status quo delle cose, non voglio essere manipolato. Cosa vogliamo? Giustizia. Quando la vogliamo? Ora!"

LE DATE DEL TOUR ITALIANO
10 gennaio Torino
11 gennaio Firenze
13 gennaio Bologna
14 gennaio Milano