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Briga, arriva Talento: "Il mio è mettermi nei guai... e uscirne"

Il 7 ottobre esce il secondo disco dellʼartista romano, che in questi due anni si è staccato dal rap per virare sul melodico

Sono passati quasi due anni da quando Briga è uscito da "Amici" con il disco d'esordio "Nevermind" e si è preso tutto il tempo necessario per sfornare un disco più maturo: "Talento". In uscita il 7 ottobre - anche il versione Deluxe - punta a far emergere le sue "capacità, oscurate spesso dalle polemiche sul mio carattere".

Un concetto complesso quello di 'talento', che in Briga si riassume nel "cacciarsi nei guai ma riuscire a tirarsene fuori".

Nato e cresciuto nell'underground romano "sotto l'etichetta indipendente Honiro Label con cui continuo la mia avventura", la prima volta che si è cacciato nei guai è stato quando ha deciso di bloccare la promozione di "Nevermind" a tre giorni dall'uscita, per partecipare ad Amici: "Vengo dal rap romano, provate a immaginare quanta m*** mi è piovuta addosso in quei giorni. Ma per me era la cosa giusta da fare e mi sono preso la responsabilità del rischio, come adesso mi prendo i rischi di questo album che è molto diverso dal precedente".

Partiamo dal titolo: Talento. Cos'è per Briga?
E' la capacità di mettersi nei guai, nel senso di scegliere la strada più tortuosa e fare scelte sbagliare. Il più grande allenamento della mia vita è stato riuscire sempre a riprendermi da questi sbagli. Sono le esperienze vissute che hanno formato la mia personalità forte, il mio caratteraccio che a volte emerge.

Come sei arrivato dal rap a fare un disco melodico "Talento"?
Il mio brano più famoso, "Sei di mattina", era chitarra e voce quindi si poteva evincere che il mio percorso sarebbe stato questo. Già nei pezzi rap cantavo qualche ritornello sulle basi strumentali, per me si tratta di un processo continuo che nasce dalla voglia di migliorarsi. Per il futuro mi piacerebbe fare dei dischi rock, è un genere che ascolto molto e ci sto lavorando su.

Una svolta anticipata da "Baciami", che ha sonorità molto pop...
Era perfetta per uscire a giugno, avevo già deciso che sarebbe stato il primo singolo anche se mi fosse uscito un capolavoro. L'ho scritta con Ale Takagi ed era la prima volta che mi cimentavo con un brano così. Anche se è una hit estiva, però, non vuol dire però che sia la produzione sia stata semplice. Ci sono tante hit estive che non funzionano.

Il secondo singolo, "Mentre nasce l'aurora", è invece una sorta di serenata a distanza
Racconta di un ragazzo che vede questa 'aliena' in discoteca e non vuole nemmeno disturbarla, gli basta ammirarla mentre balla e si diverte. A livello di scrittura per questo brano mi sono lasciato ispirare da quell'iconografia mai banale che si ritrova per esempio nei pezzi dei Verdena o dei Subsonica, in cui bastano poche parole particolari per evocare un'emozione.

A livello di scrittura hai scelto quindi di asciugare i testi
Sì, i rapper in genere cercano di riempire quasi completamente la base. In questo disco il mio obiettivo era lavorare sulla sintesi, scegliendo con cura le parole. A volte bastano una paio di frasi scritte bene per far arrivare il concetto e lasciare anche margine d'interpretazione a chi ascolta.

Nel disco ci sono tante collaborazioni, da Grignani a Alessio Bernabei. Un incontro tra tutti che ti ha colpito?
Un episodio a cui sono molto legato è il momento in cui dovevo incidere "Rimani qui" con Lorenzo Fragola. Quel giorno dovevo esibirmi al Coca Cola Summer Festival e avevo solo un paio d'ore per registrare, così l'ho lasciato in studio con il mio fonico. Dopo otto ore sono tornato ed era ancora lì: gli era talmente piaciuta la mia strofa che ci aveva lavorato su. Mi aveva stravolto il brano, ma era bellissimo. Ci siamo scelti prima di tutto come persone, anche perché le collaborazioni a tavolino con me non funzionano: nessuno vuole lavorare con me (ride ndr.).

Cosa ti auguri per questo disco?
Sono una persona realista, senza il traino della tv probabilmente venderò meno del precedente. Qualche pezzo di pubblico l'ho sicuramente perso in questi anni, ma va bene così. Non posso vivere nella paura che qualche cosa non piaccia, perché vivo con la gioia di fare cose nuove. Voglio sorprendere chi comprerà il disco, allo stesso modo in cui io spero di rimanere sorpreso quando compro il nuovo lavoro di un artista che amo.