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A Popular il "Canzoniere del Lazio"

Tgcom ha incontrato il gruppo

Oggi riscopriamo il "Canzoniere del Lazio".

Formato intorno al 1972 nella zona di Roma, da Piero Brega (voce) Sara Modigliani (voce, flauto), Carlo Siliotto (violino, chitarra, mandolino) e Francesco Giannattasio (fisarmonica, percussioni), il gruppo è stato uno dei più importanti nel folk degli anni '70. Il "Canzoniere del Lazio" pubblicò il primo album nel 1973 per l'etichetta "I Dischi del Sole".

Successivamente si aggiunsero nuovi musicisti, due dei quali, Pasquale Minieri e Giorgio Vivaldi, sono poi rimasti nella formazione fino alla fine di questa esperienza musicale. Dopo lo scioglimento del gruppo, Minieri e Vivaldi formarono i Carnascialia, il cui unico album del 1979 è un ottimo esempio di "world music".

Proprio Pasquale Minieri è nostro ospite e a lui abbiamo chiesto come iniziò l'esperienza del "Canzoniere del Lazio"...
Il "Canzoniere del Lazio" inizialmente vide 4 musicisti, un gruppo completamente acustico e che aveva svolto ricerca di temi popolari; proprio a queste persone che inizialmente avevano fatto partire il progetto, venne in mente di dare vita ad un cammino, che sull'onda di quanto accaduto negli Stati Uniti, dove dal blues nacquero una moltitudine di generi, potesse portare a qualcosa di simile anche da noi. Entrarono quindi altri personaggi nel gruppo, per studiare ad esempio come improvvisavano le launeddas sarde ed altri strumenti popolari, per vedere insieme se questa musica poteva avere un futuro.

In quel periodo era difficile fare musica popolare?
No perché fare musica popolare era abbastanza importante; l'idea era quella di andare verso il futuro ma partire dalle radici e quando riuscivi in questa cosa andavi a fare qualcosa che le persone apprezzavano. Noi cercavamo l'improvvisazione, un po' la stessa cosa che accade anche nel jazz e che a noi, ai tempi del "Canzoniere", piaceva di più. Io so di vari gruppi come Agricantus, Almamegretta e Acustimantico che oggi fanno alcuni tentativi in questa direzione, ma il nostro periodo era diverso noi avevamo un altro tipo di spazio ed un altro tipo di ricerca. La voglia di cambiamento e di evolversi in quegli anni non fa parte della vita di adesso.

Dopo il "Canzoniere" vi fu il progetto "Carnascialia".
In Carnascialia eravamo un gruppo aperto come Mauro Pagani che arrivava dalla PFM, Demetrio Stratos degli Area e a cui successivamente aderirono musicisti che in seguito sarebbero diventati dei grandi jazzisti come: Danilo Rea, Roberto Gatto e Maurizio Giammarco. C'era la voglia di incontrarsi e sperimentare, non dico che i ragazzi di oggi non abbiamo queste cose, forse non gli sono soltanto permesse, mentre noi potevamo permetterci di fare decine di concerti sempre con molto pubblico.

Negli ultimi anni hai prodotto Koiné di Rita Marcotulli, disco con una forte matrice etnica...
Forse qualcosa c'è: in fin dei conti quando si fa ricerca uno deve partire da un punto ben preciso e da lì sperimentare, ed è quello che si può trovare in questo disco.

Giancarlo Bastianelli