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Il teatro satirico di Crozza

Il Telebestiario di Francesco Specchia

Ufficio stampa

Maurizio Crozza ha trovato i tempi giusti.

Eravamo assiepati , dal vivo, nella platea del suo spettacolo “Italialand” (teatro Nazionale Milano, trasmesso in differita da La 7 ottimo 7%) quando parlava di “Piciapia” che portava un vento nuovo a Milano (“è diventata tutta di sinistra pensate che al posto di Bulgari c'è un centro sociale”); quando imitava alla perfezione Sergio Marchionne che si lamenta perché la Fiom gli butta i gatti neri morti in macchina; quando tramortiva la saga di “Voyager” di Roberto Giacobbo trasformandola in “Kazzenger, la forza dell'approssimazione”; quando giocava strepitosamente con la caricatura del presidente Napolitano incrociando i richiami al Totò di Miseria e nobiltà.

Crozza è, attualmente, la miglior risorsa satirica nazionale, se si esclude Fiorello che però è un'altra cosa. Lo è stato anche allo Speciale Elezioni ospite di Mentana, mentre descriveva il neosindaco Fassino così: : «L'uomo è stato lanciato in aria, ma essendo troppo leggero non è più tornato a terra. Contemporaneamente, su Porta a Porta, Fassino commentava la sua vittoria, anche se sembra frastornato: sarà stato il volo...». La qual cosa, seppur non vera, era molto più verosimile. E senza usare triti riferimenti alla poetica aristotelica, a T.S. Eliot o alla scrittura di Montanelli, be', Crozza s'è rivelato anche un ottimo narratore di realtà. La stessa operazione -il coinvolgimento d'un politico nella foga della descrizione- Crozza l'ha fatta con Italo Bocchino («Non sei di destra, confronto a D'Alema sei Lenin»), riproponendo con Mentana una formula che sta facendo la fortuna di “Ballarò”: la copertina satirica. Il guitto Crozza, nella sua storia, ha avuto alti e bassi. Chi scrive, qualche anno fa, pur apprezzandone le grandi doti attoriali ne riteneva i testi (es. la caricatura di Benedetto XVI°, che non faceva ridere) non all'altezza. Ci dicono che nel canovaccio ci mettesse del suo; ma se non sei Benigni -o anche solo Brignano e Bertolino- non funziona.

Poi, la svolta. Crozza s'è affidato ad autori con gli attributi -Bottura, Robecchi, Disegni inventore del “ma anche” veltroniano”- e le sue performance ora sono spesso gioiellini. L'altra sera, da Floris glossando politicamente la settimana s'è prodotto in un'imitazione di Bersani straordinaria, con Bersani in studio («Ohi ragazzi, porco boia, siamo mica qui a metterci la brillantina sul petto...»); e ha incorniciato il volto di Sacconi -Sacconi presente- come fosse un quadro d'Arcimboldo. Il commento più bello è sulla nomina dei 9 Responsabili: «...poi il premier piazzerà 25 consapevoli, 24 coscienziosi, 14 assennati». L'ha ripetuto a Teatro, e poi ha piazzato il classico Marzullo intervistando i sindaci Renzi e Alemanno, e il deputato Bersani. Una risata ci ha seppelliti tutti...