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Il Piemonte riparte da Alberto Cirio: sì alla Tav senza se e senza ma

Il neo-presidente (c-dx) dovrà formare una giunta tenendo conto del 37% regionale della Lega. Chiamparino: "Lascio la politica"

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Il Piemonte riparte da Alberto Cirio e lui riparte dal sì alla Tav.

Il successore di Chiamparino, sostenuto dal centrodestra, mette in chiaro le sue priorità: una squadra forte, in grado di far cambiare passo alla regione, rimasta schiacciata tra due potenze economiche come Lombardia e Veneto. Cirio punta sulla Tav, sull'autonomia e su un diverso rapporto con l'Europa. Idee chiare sulla Appendino: "Sì al confronto, no a perdere occasioni come le Olimpiadi".

Certamente, e questo Cirio lo sa molto bene, nella composizione del nuovo team non si potrà prescindere da quel 37% della Lega a livello regionale. Forza Italia, suo partito di appartenenza, è ferma all'8%. Per qualcuno un risultato simile significherebbe otto assessorati su 12 al Carroccio più la presidenza del Consiglio regionale. "Mi metterò subito a lavorare, il Piemonte ha bisogno di ripartire", esordisce il neo presidente, ex europarlamentare.

 

Simbolo della nuova regione azzurro-verde sarà senza dubbio la Tav: "È da sempre il nostro messaggio al governo: si farà senza se e senza ma". Su questo lo stesso Matteo Salvini è stato chiarissimo nella sua conferenza post voto europeo E poi ancora, nei piani di Cirio si va avanti con l'autonomia regionale ("non capisco perché non ci sia stato un referendum come in Lombardia e Veneto") e con un'analisi dettagliata dello stato dei fondi europei esistenti. Forte della sua esperienza a Bruxelles, Cirio ha puntato quasi tutta la campagna elettorale sulla necessità di un uso maggiore e migliore dei fondi Ue tanto da voler lanciare un piano strategico delle energie economiche comunitarie da sfruttare sul territorio.

 

Un assessorato sarà sicuramente dedicato alla semplificazione e uno ai bambini. Il neopresidente dice di volersi confrontare con la Appendino ma senza sconti: "Saro' fermo oppositore se dovessero verificarsi altre situazioni come quelle delle Olimpiadi, perché non farle qui è un danno incommensurabile".

L'onore delle armi – Sergio Chiamparino, sconfitto e uomo-simbolo della politica piemontese da vent'anni, ha annunciato di voler lasciare la politica: "Ho 71 anni, era giusto combattere quest'ultima battaglia ma credo di non aver piu' molto da dire". Lo stesso Chiamparino e' stato il primo ad ammettere la sconfitta con una telefonata all'avversario per congratularsi e per un ultimo augurio: "Spero riuscirai a fare, con la tua squadra, meglio di noi".