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Napolitano Bis, com'è nato e cosa produrrà

Verso un governo di larghe intese per le riforme. Il caso delle dimissioni anticipate Amato con i due Letta per Palazzo Chigi è il gossip parlamentare più accreditato

LaPresse

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano è l'uomo che toglie le castagne dal fuoco a un Pd dilaniato dalle lotte intestine e da una leadership debole che ha paralizzato il Parlamento. Ha accettato di restare al Quirinale per un secondo mandato, ma, sembra, ad alcune condizioni. Ecco come si è giunti allo scenario politico ritenuto impensabile fino a giovedì scorso.

Il flop del Pd - L'appello al Capo dello Stato è arrivato dopo cinque drammatici scrutinii elettorali che hanno bruciato due figure storiche del Partito democratico, Franco Marini e Romano Prodi, e indotto alle dimissioni i vertici del Pd, il segretario Pier Luigi Bersani e la presidente Rosy Bindi.

Tutti al Colle - La terza giornata di voto  è cominciata con un via vai dei maggiori leader politici verso il Quirinale. Il primo a varcare la soglia della residenza presidenziale è stato Pier Luigi Bersani, seguito da Silvio Berlusconi, Mario Monti e da una delegazione degli elettori regionali. Tutti gli esponenti politici hanno "implorato" Napolitano di non abbandonare le istituzioni, come annunciato il 14 aprile: "Ho dato tutto quello che avevo da dare - aveva dichiarato il Presidente - una mia rielezione sarebbe una 'non-soluzione'. Ora ci vuole il coraggio delle scelte". "Bisogna guardare avanti, sarebbe sbagliato fare marcia indietro", aveva continuato il titolare uscente del Colle, soprattutto sarebbe errato ricorrere a cosiddette "soluzioni pasticciate". 

L'uomo del Colle ha detto sì - Napolitano ha preso atto del vicolo cieco in cui il Parlamento si è trovato e ha deciso di sbloccare la situazione mettendosi a disposizione. A pochi minuti dall'inizio del sesto voto ha comunicato la sua scelta con una nota ufficiale: "Nella consapevolezza delle ragioni che mi sono state rappresentate, e nel rispetto delle personalità finora sottopostesi al voto per l'elezione del nuovo Capo dello Stato, ritengo di dover offrire la disponibilità che mi è stata richiesta. Naturalmente, nei colloqui di questa mattina, non si è discusso di argomenti estranei al tema dell'elezione del Presidente della Repubblica. Mi muove in questo momento il sentimento di non potermi sottrarre a un'assunzione di responsabilità verso la nazione, confidando che vi corrisponda una analoga collettiva assunzione di responsabilità". 

Verso il Governissimo? - Secondo fonti parlamentari, il sì del Capo dello Stato sarebbe stato condizionato alla formazione di un nuovo esecutivo sostenuto da un'ampia coalizione: presumibilmente gli stessi Pd (o una parte di esso, si vedrà), Pdl, Scelta Civica e Lega Nord che hanno richiesto a Napolitano di fare il bis. "Accettando di restare al Quirinale, Napolitano avrebbe posto anche le condizioni per la nascita di un nuovo governo di unità nazionale con le forze che lo hanno votato. Le elezioni non sembrano essere più una ipotesi sul tavolo", ha detto un parlamentare del Pd. Una fonte del Pdl aggiunge che "una elezione di Napolitano entro questa sera spianerebbe la strada alla rapida formazione di un governo sostenuto da centrodestra e centrosinistra". I tempi di annuncio del nuovo governo potrebbero essere molto brevi. Le indiscrezioni che si raccolgono in Transatlantico sul prossimo presidente del Consiglio si concentrano su due nomi: Giuliano Amato ed Enrico Letta. Più probabile una combinazione a tre: Amato premier e i due Letta, Enrico e Gianni, suoi vice in rappresentanza di Pd e Pdl. La nomina del nuovo esecutivo potrebbe avvenire già la prossima settimana. Nella nota, tuttavia, il Capo dello Stato smentisce queste voci: "Naturalmente, nei colloqui di questa mattina, non si è discusso di argomenti estranei al tema dell'elezione del Presidente della Repubblica".  E c'è chi dice si tratti di una staffetta di fatto per il prossimo incarico al Colle.

Il no del M5S - La convergenza sul nome di Giorgio Napolitano non ha incluso il Sel Movimento Cinque Stelle. "I partiti hanno suonato il de profundis del Paese''. Questo il commento su Fb della capogruppo alla Camera del M5S Roberta Lombardi che continua: ''Napolitano bis? ottimo per un paese che non sa e non vuole scegliere". Nichi Vendola invece, ha già promesso battaglia al futuro Governo: "''Noi siamo ontologicamente all'opposizione' di un 'governissimo' che nascesse dopo la rielezione di Napolitano al Quirinale".

Quanto durerà il secondo mandato? - Il secondo settennato di Napolitano potrebbe iniziare ufficialmente già lunedì se il presidente rassegnerà le dimissioni. La scadenza naturale del suo mandato sarebbe infatti, quella del 15 maggio. Il giuramento davanti alla Camere riunite in assemblea comune potrebbe avvenire quindi, già il 22 aprile. Non è, invece, chiaro se Re Giorgio porterà a termine il mandato bis. Forse tra gli accordi presi con le diverse forze politiche potrebbe esserci l'uscita di scena attraverso dimissioni volontarie. Uno scenario previsto dalla Costituzione e che nella storia repubblica finora aveva riguardato soltanto Antonio Segni che abbandonò l'incarico nel 1964, dopo due anni e mezzo dall'elezione, per motivi di salute. Ciò sarebbe tanto più possibile in casi di riforme istituzionali che, ora, sembrano ineludibili come più volte auspicato nel suo precedente settennato dallo stesso Napolitano.