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Napolitano: "Rimanere al Quirinale? Una non-soluzione"

Il congedo del Capo dello Stato: "Ora ci vuole il coraggio delle scelte, no a soluzioni pasticciate"

Ansa

Le pressioni che ancora in queste ore sta ricevendo da uomini delle istituzioni, soprattutto esteri, non sono sufficienti: Giorgio Napolitano sta preparando il trasloco dal Quirinale e traccia con "La Stampa" un bilancio del suo settennato gettando uno sguardo al presente e al futuro: "Ho dato tutto quello che avevo da dare - ha detto il Presidente - una mia rielezione sarebbe una 'non-soluzione'. Ora ci vuole il coraggio delle scelte". 

"Bisogna guardare avanti, sarebbe sbagliato fare marcia indietro", continua il titolare uscente del Colle, soprattutto sarebbe errato ricorrere a cosiddette "soluzioni pasticciate", vale a dire una sorta di "prorogatio" del suo mandato non previsto dalla Costituzione: per Napolitano, oltre che contribuire a una immagine negativa dell'Italia all'estero, la mossa non sarebbe logica: "Non bisogna attribuire valenze salvifiche alla mia persona", ha sottolineato.

Dei sette anni al Quirinale, al Presidente rimarrà soprattutto l'ultimo periodo, quello dello "tsunami" elettorale che ha portato l'Italia in una situazione di stallo politico senza precedenti. "Un fine mandato particolarmente impegnativo e fastidioso", ha confessato, sostenendo anche l'ultima iniziativa presa, quella dei "saggi", definiti un tentativo "di dare una conclusione seria, l'ultimo contributo che non andrebbe buttato via" a consultazioni risultate disastrose non certo per colpa sua.

Un solo, importante messaggio per il successore: proteggersi da pressioni indebite, proprio come ha fatto lui, corteggiato fino all'ultimo anche o soprattutto per evitare di scalare un Colle diventato un ottomila himalayano per una politica paralizzata: "Ma tornare indietro sarebbe ai limiti del ridicolo".