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Bozza sulla spending review, esclusi dai tagli sia Parlamento che Quirinale

Insieme alla Corte Costituzionale godono di autonomia anche economica. Intanto Bondi entro 15 giorni darà la prima sforbiciata

LaPresse

Tagli e giro di vite nelle spese ma non per la Presidenza della Repubblica, la Corte costituzionale e il Parlamento.

Lo si legge nella bozza del decreto legge sulla "spending review". Il motivo è che si tratta di organi costituzionale che hanno una autonomia, riconosciuta dalla Carta, che si estende anche agli aspetti economici.

Intanto entro 15 giorni il neocommissario Enrico Bondi "dovrà presentare il piano per i tagli di sua competenza" pari a circa 2,1 miliardi di euro. Poi deve relazionare ogni mese". Così il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Antonio Catricalà, ai giornalisti che gli chiedevano quando arriverà il piano del commissario per gli acquisti di beni e servizi della pubblica amministrazione, Enrico Bondi, per la riduzione della spesa pubblica.

Affitti ed energia nel mirino


Nel mirino, secondo quanto prevede la direttiva firmata da Monti, ci sono l'affitto di immobili, le spese di rappresentanza e i convegni, le strutture dirigenziali e gli enti strumentali. Gli immobili pubblici "eccedenti i fabbisogni" torneranno nella disponibilità dell'Agenzia del demanio. La direttiva prevede anche l'impugnazione delle sentenze di primo grado che riconoscono miglioramenti economici e progressioni di carriera per i dipendenti pubblici. In più, la bozza del decreto impone alle amministrazioni pubbliche di adottare "entro 24 mesi" misure per contenere i "consumi di energia".

Riduzione spesa di 2,1 miliardi


La quota di riduzione della spesa che compete a Bondi, ha detto Catricalà, "è quasi la metà, poco più o poco meno" dei 4,2 miliardi programmati dal governo.

Nel medio periodo rivedere 295 miliardi di spesa


"Nel complesso, la spesa pubblica 'rivedibile' nel medio periodo è pari a circa 295 miliardi di euro. A breve termine, la spesa rivedibile è notevolmente inferiore, stimabile in circa 80 miliardi". Lo afferma Palazzo Chigi sul suo sito web. "Nell'attuale situazione economica - si legge ancora - il governo ha ritenuto necessario un intervento volto alla riduzione della spesa pubblica per un importo complessivo di 4,2 miliardi, per l'anno 2012, al quale tutte le amministrazioni pubbliche devono concorrere".