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Bufera su Riccardi: "Il Pdl mi fa schifo"
Insorge il partito, poi le scuse del ministro

"Vogliono solo strumentalizzare, ed è la cosa che mi fa più schifo della politica", dice Riccardi dopo lʼannullamento del vertice tra il premier Monti e i segretari di Pdl, Pd e Udc per il no di Alfano. "Si dimetta", chiedono dal Pdl. Poi Riccardi precisa: "Era solo una battuta"

Dal Web

Una conversazione privata tra il ministro della Cooperazione, Andrea Riccardi, con il ministro della Giustizia, Severino, scatena una vera e propria bufera.

"Vogliono solo strumentalizzare, ed è la cosa che mi fa più schifo della politica", dice Riccardi dopo l'annullamento del vertice tra il premier Monti e i segretari di Pdl, Pd e Udc. Il Pdl insorge e chiede le dimissioni del ministro che si scusa: "Era una battuta".

"Hai visto cos'è successo oggi...?". Così il ministro della Giustizia, dopo il rinvio del vertice, parlando privatamente con il ministro Riccardi che risponde: "Alfano voleva solo creare il caso. E' la cosa che mi fa più schifo della politica, ma quei tempi sono finiti. Loro hanno grossi problemi nel trovare l'accordo sulla legge elettorale".

Pdl: "Si dimetta"
"Se al ministro Riccardi facciamo schifo può benissimo prendere definitivamente le distanze da noi dimettendosi", replicava immediatamente il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto. Analoga richiesta da Maurizio Gasparri: "Riccardi smentisca le parole inaccettabili attribuitegli o si dimetta". Inevitabili, rapide e precise le scuse del fondatore della Comunità di sant'Egidio che chiudono, almeno parzialmente, il caso. Come conferma lo stesso Gasparri: "Le scuse sono apprezzabili. Non è stata una bella affermazione, sulle dimissioni valuteremo".

Riccardi chiede scusa
"Battute, estrapolate nel corso di una conversazione informale", captate a distanza e "forzate", per le quali, comunque, il ministro Riccardi si scusa se qualcuno "si possa ritenere offeso". E' quanto dice lo stesso ministro Riccardi in riferimento al colloquio con il ministro Severino, captato da alcuni giornalisti.