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Video Isis: vogliamo Parigi,poi Roma Attaccheremo Casa Bianca e Big Ben

Nuove minacce a ebrei e cristiani, secondo il "Site". Il portavoce degli jihadisti loda la decisione di Boko Haram di allearsi con gli uomini dello Stato islamico

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"Vogliamo Parigi prima di Roma". Lo afferma, secondo il sito "Site" che monitora l'estremismo islamico sul web, il portavoce dell'Isis, Abu Muhammad al Adnan, in un nuovo video in cui si loda i responsabili di Boko Haram e si lanciano nuove minacce contro gli ebrei e i cristiani nel mondo. A gennaio il portavoce aveva elogiato l'alleanza del gruppo qaedista Khorasan e lanciando un appello all'azione dei lupi solitari in Occidente.

Nel video Al Adnani benedice dunque la decisione di Boko Haram di allearsi con gli uomini dello Stato islamico. "Le notizie su una ritirata o un arretramento dei militanti dello Stato islamico sono esagerate", ha poi affermato in un audiomessaggio il portavoce dell'Isis.

"Faremo esplodere Casa Bianca, Big Ben, Tour Eiffel" - "Faremo esplodere la Casa Bianca, il Big Ben e la Torre Eiffel", è detto ancora nell'audio-messaggio. Al di là delle minacce, la macchina della propaganda dell'Isis sembra avere un duplice fondamentale scopo. Prima di tutto cercare di confermare agli occhi del mondo l'alleanza col gruppo terroristico nigeriano di Boko Haram, lodando i suoi vertici per l'impegno preso di combattere al fianco dell'Isis. Un impegno di cui alcuni esperti occidentali non sono sicuri, continuando a lavorare per verificare la veridicità delle dichiarazioni trapelate nei giorni scorsi dalla Nigeria.

I responsabili dello Stato islamico però sanno benissimo quanto temuto sia in Occidente lo scenario di tutti i gruppi dell'estremismo islamico uniti per la guerra santa. A partire dall'alleanza più o meno in campo con molti gruppi legati ad al Qaida, dalla penisola arabica alla Libia, passando per il gruppo Khorasan che opera in Siria.

Il secondo obiettivo del nuovo audio-messaggio è quello di smentire le notizie degli ultimi giorni secondo cui l'Isis starebbe arretrando, perdendo terreno. Soprattutto in Iraq, dove la controffensiva delle truppe locali sarebbe molto vicina alla riconquista della città simbolo di Tikrit (quella originaria di Saddam Houssein).