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Rivolta in Turchia: mille feriti solo a Istanbul Governo: 900 arresti in tutto il Paese

La polizia interviene col pugno di ferro sulle manifestazioni contro la politica autoritaria e di re-islamizzazione del premier Erdogan. A Istanbul i maggiori scontri. Nella notte la protesta scoppia ad Ankara

Ap/Lapresse

Decine di migliaia di persone sono scese in piazza a Istanbul contro il premier turco Recep Tayyip Erdogan, denunciandone la politica autoritaria e il progetto di "re-islamizzazione" del Paese. Secondo fonti mediche, negli scontri con la polizia, intervenuta molto duramente per reprimere la rivolta, circa un migliaio di persone sono rimaste ferite. Ma per il governo i feriti sono 79. In quattro avrebbero perso la vista, accecati da lacrimogeni.

Dalla protesta per la chiusura del parco a quella anti-Erdogan - La protesta in piazza piazza Taksim, nel centro di Istanbul, era iniziata martedì per opporsi all'edificazione di un centro commerciale e di un complesso residenziale che prevede la la distruzione di un parco, unico polmone verde rimasto in città. Ma poi si è trasformata in una vera e propria rivolta contro l'autoritarismo del premier.

Scontri fin dall'alba - La giornata di guerra urbana è iniziata all'alba: i reparti anti-sommossa hanno preso d'assalto con manganelli, lacrimogeni, cannoni ad acqua, spray urticanti, i giovani che presidiavano il Gezi Park di piazza Taksim, cuore della Istanbul europea, per impedire alle ruspe di sradicare i 600 alberi del parco. Gli scontri sono andati avanti fino al pomeriggio, allargandosi alle strade vicine.

Ferito un deputato curdo - Fra i feriti anche un deputato curdo colpito da un candelotto lacrimogeno sparato a livello d'uomo e tre cronisti. Ci sono state scene di guerriglia anche nella famosa Istiklal Caddesi, strada icona della Istanbul 'veneziana' fra Taksim e Galata, e scontri perfino sulla riva del Bosforo, a Besiktas. I manifestanti gridavano cori anti-Erdogan, "fermiamo il fascismo!", "governo dimissioni!". Secondo alcuni testimoni lacrimogeni sono piovuti anche dagli elicotteri. Una nuvola grigia è rimasta per ore sopra Istanbul.

Migliaia di attivisti del partito di opposizione Chp - A manifestare contro l'ultimo giro di vite contro l'alcol imposto dal governo e la "re-islamizzazione" del Paese anche migliaia di attivisti del principale partito di opposizione, il Chp, scesi in strada ad Istanbul. Il consolato generale d'Italia nella città ha avvertito i connazionali di restare in albergo.

Arrestati quasi 1.000 dimostranti - Migliaia di manifestanti si erano autoconvocati anche a Ankara e Smirne e in altri centri della Turchia. In serata, il ministro degli Interni, Muammer Guler, ha riferito alla televisione di stato turca che la polizia ha arrestato 939 persone in oltre 90 manifestazioni scoppiate in tutto il Paese. Alcuni degli arrestati sono stati poi rilasciati.

Nella notte migliaia di auto invadono Ankara - Nella notte le proteste sono proseguite nel centro della capitale turca che è stato invaso da migliaia di automobilisti che suonavano i clacson mentre bandiere turche e ritratti di Mustafah Kemal Ataturk sporgevano dai finestrini. Un corteo su quattro ruote contro la dura repressione da parte della polizia delle manifestazioni contro il governo del premier Erdogan a Istanbul e in decine di altre città del Paese.

Erdogan sfida i rivoltosi, poi fa un passo indietro - Erdogan dapprima ha sfidato i manifestanti: "Non cederemo". Poi è intervenuto il capo dello Stato, Abdullah Gul. Ha chiesto "moderazione", denunciato un livello di scontro "inquietante". Poi ha telefonato a Erdogan e, poco dopo, la polizia si è ritirata da Taksim e il premier ha fatto marcia indietro. Ha ammesso "eccessi" e "errori" della polizia. Dopo il ritiro della polizia, Taksim è stata invasa da decine di migliaia di manifestanti in festa per la "vittoria" sul premier. Molti artisti e intellettuali si sono schierati con la protesta, denunciando il sistema autoritario di potere del "sultano" Erdogan. Il capo dell'opposizione, Kemal Kilcdaroglu, lo ha accusato di comportarsi come un dittatore chiedendone le dimissioni. Il 2014, l'anno di tutte le elezioni in Turchia - locali, presidenziali e politiche - è alle porte.

Il tam tam su Twitter - In cima alla lista degli argomenti di tendenza in Twitter per la Turchia c'è #TayipIstifa, il cui significato è abbastanza eloquente: "Erdogan, dimettiti". Un altro recita #HükümeteNot, ossia "avvertimento al governo". I tweet contenenti foto e commenti su quanto sta andando in scena nelle piazze turche si susseguono incessanti. Tra la folla i giovani sono moltissimi e vogliono farsi sentire.