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Siria, giornalista Quirico in mano Hezbollah
Inviato de La Stampa sparito da giorni

Da venti giorni è irreperibile e non ha più contattato la redazione. La Farnesina e il ministro degli Esteri, Emma Bonino, si stanno occupando del caso

Dal Web

"Da venti giorni abbiamo perso i contatti con il nostro inviato Domenico Quirico, in Siria per una serie di reportage dalla zona di Homs". Lo annuncia il direttore de La Stampa, Mario Calabresi, sul sito del quotidiano torinese. Secondo fonti di TgCom24, Quirico sarebbe ora prigioniero di Hezbollah, che lo ha catturato al confine, dopo uno scontro a fuoco con ribelli siriani. Del caso si sta occupando la Farnesina.

Pare infatti che il reporter stesso viaggiando accompagnato da un gruppo di guerriglieri ribelli al regime di Assad, che avrebbe però sconfinato in una zona di territorio sotto il controllo di Hezbollah. Ne sarebbe scaturito uno scontro a fuoco, durante il quale Quirico è stato catturato.

L'allarme di Calabresi - "Due settimane di ricerche, fatte in modo silenzioso e riservato ma in ogni direzione, coordinate dall'Unità di crisi della Farnesina - spiega il direttore Calabresi - non hanno dato sinora alcun risultato concreto e così abbiamo condiviso con le autorità italiane e la famiglia la decisione di rendere pubblica la sua scomparsa, sperando di allargare il numero delle persone che potrebbero aiutarci ad avere informazioni".

"Domenico - riferisce il direttore de La Stampa - è entrato in Siria il 6 aprile, attraverso il confine libanese, diretto verso Homs, area calda dei combattimenti, per poi spingersi, se ce ne fosse stata la possibilità, fino alla periferia di Damasco. Era partito dall'Italia il 5 aprile per Beirut, dove era rimasto una giornata in attesa che i suoi contatti si materializzassero: la mattina di sabato 6 aprile gli abbiamo telefonato per avvisarlo del rapimento dei colleghi della Rai nella zona di Idlib. Lui ci ha spiegato che il suo percorso sarebbe stato completamente diverso e che ci avrebbe richiamato una volta passato il confine. Nel pomeriggio, alle 18.10, ha mandato un sms con cui annunciava al responsabile Esteri de La Stampa di essere riuscito a entrare in territorio siriano".

"Due giorni dopo, lunedì 8 - prosegue Calabresi - ha prima mandato un messaggio alla moglie Giulietta, per dirle che era in Siria e che era tutto ok, poi verso sera l'ha chiamata a casa. La linea era molto disturbata, ha spiegato che di lì a poco il cellulare non avrebbe preso più e che le persone con cui viaggiava gli avevano chiesto di non utilizzare il satellitare, che sarebbe stato quindi in silenzio per qualche giorno ma di non preoccuparsi. Martedì 9 ha ancora mandato un sms a un collega della Rai nel quale diceva di essere sulla strada per Homs. E' stato questo l'ultimo contatto diretto avuto con Domenico".

"Prima di partire ci aveva avvisato che non avrebbe scritto niente mentre era in Siria e che per circa una settimana sarebbe rimasto in silenzio: la copertura delle rete dei cellulari è saltata in molte zone dell'area di Homs e usare il satellitare non è prudente perché così si segnala la propria presenza".

Quirico fu rapito nel 2011 in Libia - Nell'agosto 2011, Domenico Quirico, "nel tentativo di arrivare a Tripoli, veniva rapito insieme ai colleghi del Corriere della Sera Elisabetta Rosaspina e Giuseppe Sarcina e di Avvenire Claudio Monaci. Nel sequestro veniva ucciso il loro autista e solo dopo due giorni drammatici venivano liberati". Lo ricorda il direttore Mario Calabresi in un articolo che sarà pubblicato su La Stampa.

Chi è Domenico Quirico - Domenico Quirico, nato ad Asti, nel 1951, è firma autorevole de La Stampa di Torino: prima caposervizio agli esteri, poi inviato, tra le sue aree di interesse ci sono Africa, Russia e Asia Centrale. E' stato corrispondente da Parigi. A lui La Stampa ha assegnato il premio Igor Man, per i reportage da inviato su un barcone di immigrati partito dalla Tunisia ed arrivato a Lampedusa.