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Bimbo down avvelenato da genitori

Il terribile piano ideato da una giovane coppia della Louisiana che non accettava la disabilità del figlio. "Così smette di soffrire", hanno detto alla polizia confessando il delitto

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"Volevamo porre fine alle sue sofferenze". Così la 20enne Erika Wigstrom ha confessato di aver ucciso, con il marito Cesar Ruiz, il figlio di 17 mesi, iniettando un disinfettante nel suo tubo di alimentazione. La coppia della Louisiana non aveva mai accettato la sindrome down del piccolo, nato anche con una malformazione cardiaca. Il delitto è avvenuto il 24 gennaio, ma i due sono stati incriminati pochi giorni fa.

Il bimbo, Lucas Ruiz, era stato ricoverato in un ospedale di New Orleans, ma era morto poco dopo l'arrivo. L'autopsia ha rivelato che il livello di alcol etilico nel sangue era quasi quattro volte e mezzo il limite previsto dalla legge.

Nessun rimorso - Il padre, 20 anni, nel 2012 era già stato arrestato per aver tentato di uccidere il bambino iniettando rum nel tubo di alimentazione, causando convulsioni e danni cerebrali. "Sarebbe stato meglio che fosse morto", disse all'epoca il 20enne alla moglie. Quest'ultima, secondo il racconto degli investigatori, non avrebbe mostrato "alcun rimorso". La donna è stata arrestata con l'accusa di omicidio di primo grado, mentre l'uomo deve rispondere di atti di crudeltà nei confronti di un minore.

"Il Signore ha voluto dare delle ali da angelo a Lucas per farlo tornare nel suo regno per sempre", sono state le parole della madre dette allo sceriffo di Plaquemines Parish durante l'interrogatorio.