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Provato Donkey Kong Country: Tropical Freeze: la nostra recensione

Archiviati gli anni controversi di Wii U, Donkey Kong è pronto per tornare in scena

Provato Donkey Kong Country: Tropical Freeze: la nostra recensione - foto 1
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Dura la vita se sei una leggenda ma a nessuno importa più un accidenti di quello che fai.

Nel febbraio 2014 Tropical Freeze, ultimo episodio della serie di Donkey Kong Country, arrivava nei negozi nell'indifferenza generale. Veniva pubblicato per Wii U, la console più sgangherata e meno venduta della storia di Nintendo, capace di eccellere nel non semplice compito di nascondere dai riflettori alcune delle sue icone più brillanti, proprio come Donkey Kong, alla cui storia abbiamo recentemente dedicato una puntata di Nintendoland.

Il silenzio calato su Tropical Freeze negli anni a venire non ne scalfisce tuttavia le qualità. Nessuno può insegnare a Nintendo come confezionare giochi di piattaforme: sono le produzioni in cui, storicamente, la grande N riesce meglio della concorrenza. E questo episodio del gorilla incravattato non smentisce certo la regola. Tropical Freeze è anzitutto un omaggio all'immaginario che ha reso celebre la saga negli anni ‘90 e - contemporaneamente - un tentativo di introdurre spunti in grado di rinfrescare la formula di gioco. Mai come in questo episodio potremo contare su una schiera di primati così nutrita.
 
Ogni personaggio è in grado di dar manforte a Donkey Kong sfruttando diverse abilità. Spiccato un salto, Diddy riesce a svolazzare più a lungo sfruttando i retrorazzi. Trixie invece con un balzo arriva più in alto di tutti roteando la chioma. Cranky infine usa il suo bastone per saltare sopra ai nemici oppure trotterellare lungo rovi e spuntoni senza conseguenze. Saper sfruttare le peculiarità di ogni scimmia diventa indispensabile per superare i passaggi più ostici, scoprire i varchi di accesso ai livelli extra oppure collezionare la quantità industriale di segreti disseminati per le aree di gioco. E poi, in team raddoppiano i cuori e quindi il numero di botte che si possono incassare.

Provato Donkey Kong Country: Tropical Freeze: la nostra recensione - foto 2
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Altra trovata messa a punto apposta per questo capitolo: i maniglioni agganciati al suolo. Tirandoli si innesca un meccanismo che rivolta l'area di gioco come un calzino, facendo apparire pertugi nascosti, zone altrimenti inaccessibili oppure, più semplicemente, banane e bonus vari da raccogliere.
 
I livelli in Tropical Freeze sono generalmente ben costruiti, articolati e di dimensioni ragguardevoli. La direzione artistica che tratteggia i sei coloratissimi mondi bidimensionali da completare per arrivare ai titoli di coda punta tutto, come da tradizione, sull'assurdità, la stramberia, l'umorismo. Quello che manca nell'architettura dei livelli, purtroppo, è il guizzo, il colpo del fuoriclasse, la trovata a sorpresa in grado di elevare un prodotto solidissimo al rango di capolavoro. 
 
Nonostante l'apparenza goliardica e scanzonata, il titolo si rivela una prova durissima per buona parte dell'utenza, che potrebbe trovarla al di sopra delle proprie capacità. All'ennesimo salto nel vuoto l'idea di mollare tutto per dedicarsi ad altro tenterà più di un giocatore. Dello stratosferico livello di difficoltà deve essersi accorta la stessa Nintendo, altrimenti non avrebbe introdotto, per questa edizione, la modalità Funky, progettata per i meno esperti.

Tale opzione permette di campare senza troppi patemi, senza nulla togliere, peraltro, al coinvolgimento dell'opera. L'avventura rapisce, in particolare, selezionando il funambolico Funky Kong. Il quale, ad esempio, dopo un salto riesce a rallentare la discesa roteando a mezz'aria la tavola da surf che si porta appresso, magari spiccando un ulteriore balzo oppure atterrando come se niente fosse su una superficie appuntita.  Il nostro può persino rotolare contro filotti di avversari senza fermarsi mai. Un fenomeno da baraccone le cui acrobazie generano assuefazione: difficile schiodarsi dalla console impersonando questo tamarro con bandana e occhiali da sole.
 
Da un punto di vista estetico, infine, Tropical Freeze non ha mai fatto faville ai tempi di Wii U e non le fa nemmeno ora, quantomeno davanti al televisore. Giocando invece in modalità portatile le piccole magagne tecniche che vengono a galla qua e là si notano di meno. Col risultato che il piccolo schermo di Switch riesce a rendere giustizia alla serie, offrendo un gran bel vedere. Tenendo a mente poi che tutto questo può essere goduto anche in cooperativa con un amico, giocando sul divano come al parco grazie alla natura ibrida di Switch, è lecito supporre che l'ora di Donkey Kong sia definitivamente scoccata. L'ultima opera dedicata al gorilla può raggiungere, finalmente, il pubblico che merita.



Come lo abbiamo giocato

Abbiamo provato Donkey Kong Country: Tropical Freeze grazie a un codice per il download fornito da Nintendo. La prova è avvenuta collegando Nintendo Switch a un televisore LG da 60 pollici e anche sfruttando la console in modalità portatile. I sei mondi di gioco richiedono ore e ore di impegno e dedizione per essere completati. Volendo - masochisticamente - cercare tutti i segreti ne avrete per mesi. Fatevi pure il segno della croce.


Può piacere a chi…
… ama la follia che da sempre contraddistingue la serie
… vuole una sfida impegnativa e spietata
… non resiste al fascino dei giochi di piattaforme vecchia scuola

Potrebbe deludere chi…
… si aspettava grossi cambiamenti dalla serie
… sferra calci contro il televisore se proprio non riesce a superare quel livello
… ritiene che i videogiochi debbano avere una grafica impressionante

Donkey Kong Country: Tropical Freeze è un gioco adatto ai giocatori di tutte le età.