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La situazione occupazionale dei diplomati nel 2011

Nel 2015, spiega lʼIstat, lavora il 43,5% dei diplomati. Cresce il numero delle donne alla ricerca di un impiego

“La situazione occupazionale dei diplomati nel 2011 fotografata nel 2015 conferma il trend discendente già registrato nella precedente edizione”, fa sapere l'Istat nel report dedicato ai percorsi di studio e lavoro dei diplomati e dei laureati.

In questo caso ci concentriamo proprio sui diplomati, allo scopo di comprendere meglio le stime relative alla disoccupazione giovanile.

Ad esempio, a luglio, il tasso di disoccupazione dei 15-24enni, cioè la quota di giovani disoccupati sul totale di quelli attivi (occupati e disoccupati), è stata pari al 39,2%, in aumento di 2 punti percentuali rispetto al mese precedente (nelle prossime ora verranno diffusi i dati di agosto). Al riguardo l'Istat precisa che dal calcolo del tasso di disoccupazione vengono esclusi i giovani inattivi, coloro che non sono occupati e non cercano lavoro, nella maggior parte dei casi perché impegnati negli studi.

Nel 2015, spiega l'Istat, lavora il 43,5% dei diplomati (era il 45,7% nel 2011). A quattro anni dal diploma gli uomini che lavorano sono sempre meno, il 46,8% rispetto al 51,2% del 2011, mentre la quota di donne è rimasta stabile (40,4%). In questo caso il calo di occupazione tra gli uomini non è compensato da una maggiore propensione a proseguire gli studi (la quota di studenti, infatti, è invariata a 30,7%), ma dall'aumento di chi è in cerca di lavoro (19,6% rispetto al 14,2% del 2011). Per quanto riguarda la componente femminile, aumentano le donne alla ricerca di un impiego.

Stando così le cose la quota di attivi è poco più alta tra gli uomini (si riducono, perciò, le distanze tra le due componenti) e aumenta il tasso di disoccupazione anche in virtù delle donne che cercano lavoro in quantità superiore. A quattro anni dal diploma è disoccupato il 33,4% della popolazione attiva (il 48,3% dei diplomati nel 2011 è invece impegnato negli studi universitari).

Nel 2015, a quattro anni dal diploma, un quarto dei diplomati occupati (25,3%) ha un lavoro dipendente a tempo indeterminato, l'11,5% un lavoro autonomo, ma il 63,2% ha un'occupazione non stabile. Il 33,8% degli occupati ha un contratto a tempo determinato, l'8,7% lavora alle dipendenze senza contratto e il 13,8% ha un lavoro a progetto, un contratto di prestazione d'opera (compresi i voucher) o una borsa di studio/lavoro. Infine il 6,9% sta attraversando un percorso di formazione professionale retribuita (tirocinio, stage, corso di formazione/aggiornamento), considerando anche i soli rimborsi spese.

Può capitare che molti giovani svolgano più di un'attività lavorativa, ad ogni modo i diplomati percepiscono entrate per un valore che si aggira intorno agli 850 euro mensili (al netto delle tasse). E qui si notano ancora differenze di genere: le donne guadagnano 683 euro al mese, gli uomini 1.000 euro, ma in molti casi ciò avviene perché il part-time è più diffuso tra le giovani lavoratrici.

Ad ogni modo i guadagni più alti spettano ai lavoratori dipendenti a tempo indeterminato (1.100 euro). Seguono poi i dipendenti con contratto a termine o senza contratto (900), gli autonomi (811) e, infine, i diplomati con contratto di collaborazione continuativa, di prestazione d'opera o borsa di studio/lavoro (400). I percorsi di formazione retribuiti, invece, “valgono” di norma un'entrata netta compresa tra i 400 e i 500 euro al mese.