FOTO24 VIDEO24 Logo Mediaset ComingSoon.it Donne logo mastergame Grazia Meteo.it People sportmediaset_negative sportmediaset_positive TGCOM24 meteo.it
Podcast DirettaCanale 51
Temi del momento

Leonardo Del Vecchio resta il Paperone di Piazza Affari

Milano Finanza pubblica la classifica dei maggiori patrimoni in Borsa, confermando il primo posto del patron di Luxottica

Con un patrimonio quotato di 16,3 miliardi di euro, Leonardo Del Vecchio rimane in vetta alla classifica di Milano Finanza sui Paperoni in Borsa.

La graduatoria prende in considerazione il patrimonio azionario degli imprenditori in diversi settori, dalle controllate statali alla moda, dall'editoria alle automobili. Del Vecchio, patron di Luxottica (ma con partecipazioni anche in Unicredit e Generali), si conferma in cima alla lista per il quarto anno consecutivo.

Il valore del patrimonio del fondatore di Luxottica è sceso, rispetto al 2015, di 7,8 miliardi (32%). Un trend negativo che coinvolge altri grandi azionisti. I numeri della famiglia Agnelli, con Fca, Ferrari, Cnh ed Exor calano del 25% e si attestano sui 4,3 miliardi; nona posizione per Silvio Berlusconi (Mediaset e Mediolanum) con 3 miliardi, in calo di uno e mezzo.

Sul podio salgono Stefano Pessina, a capo del colosso americano delle farmacie "Walgreens Boots Alliance" con 10 miliardi di euro (-15%). Terzo patrimonio più quotato quello della famiglia Rocca con Tenaris (servizi all'industria energetica), con un valore di 8,7 miliardi, in crescita rispetto agli 8,4 della precedente rilevazione.

Benetton, con 6,7 miliardi di euro, è quarto (-25%) del suo patrimonio. Miuccia Prada e Patrizio Bertelli sono quinti con 5,3 miliardi, in flessione del 36%. La famiglia Besnier, che controlla Parmalat, è stabile con 3,6 miliardi. Ottavo posto per le partecipazioni della Banca centrale cinese, con 3,4 miliardi grazie a quote anche in Eni, Enel, Generali e Unicredit.

Per quanto riguarda le controllate statali, il primo azionista di Piazza Affari è la Cassa Depositi e Prestiti, con 22 miliardi destinati a crescere con l'acquisto del 35% di Poste Italiane, del valore attuale di circa 3 miliardi. Le partecipazioni del ministero del Tesoro valgono invece 21 miliardi, dopo le quotazioni di Enav e Poste.

Il calo della Borsa è evidente, considerando che dall'agosto 2015 all'agosto 2016 l'indice Ftse Mib ha perso il 30%. La tendenza di quest'anno controbilancia quindi il balzo del 20% registrato dall'agosto 2014 all'agosto 2015.