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La dura vita delle start up: il Venture Capital vale solo il 2% degli investimenti

Il rapporto realizzato da Casaleggio Associati evidenzia come le aziende innovative del nostro paese facciano fatica a trovare supporto finanziario per crescere

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Vita difficile per le start up che nascono in Italia: se in un paese come la Francia le nuove aziende ricevono dal Venture Capital somme vicine ai 2,7 miliardi di euro, da noi la raccolta proveniente da questa fonte è compresa tra i 104 e i 202 milioni di euro.

In totale, per il 2016 il Venture Capital ha rappresentato meno del 2 per cento dei complessivi 8 miliardi investiti nel settore delle imprese innovative del Belpaese. Questa è la fotografia del settore secondo il nuovo rapporto realizzato da Casaleggio Associati (www.casaleggio.it/venturecapital), che ha considerato un campione di oltre 500 realtà.

Le aziende che riescono a ottenere la più alta raccolta di finanziamenti hanno sede soprattutto al Nord (+35%), si collocano nel settore del biomedicale (+20%) e hanno un management sotto i 40 anni di età (+40%). In generale, a livello di distribuzione geografica, il 56% delle aziende finanziate ha sede in Lombardia, il 45% a Milano, il 12% a Roma. Basilicata, Molise e Valle d'Aosta chiudono la classifica con nessuna operazione conclusa.

“Sebbene ci siano stati casi di successo come YOOX, Tiscali, Silicon Biosystems e altri, - sottolinea Davide Casaleggio, - il settore in Italia è ancora in una fase embrionale, anche se negli ultimi 4 anni c'è stato un incremento sensibile degli investimenti. Sono però ancora troppo pochi gli operatori presenti sul mercato italiano e con dotazioni in media troppo contenute per supportare le società nelle fasi più avanzate del loro percorso di sviluppo. Anche le iniziative di tipo pubblico non sono sufficienti ad accompagnare la crescita delle start up italiane che spesso sono costrette a trasferirsi negli Stati Uniti per continuare il proprio sviluppo. Un'emorragia di opportunità anche in termini di occupazione che dovremmo fare di tutto per mantenere nel nostro Paese”.

Un ritardo, quello italiano, che si riflette anche sull'occupazione, soprattutto nella fascia under 35. Basti dire che per ogni milione investito da Venture Capital in Italia si creano 12 posti di lavoro nell'azienda e 60 nell'indotto. Se si considerano tutte le startup tecnologiche, queste hanno dato impiego a 35mila persone e l'occupazione, tra soci e dipendenti, è cresciuta rispetto al 2016 del 44,8%. Anche sul fronte del deposito dei brevetti, l'Italia è in fondo alla classifica europea con solo 67 domande depositate nel 2017 per milione di abitanti, contro le 157 della Francia e le 311 della Germania. D'altra parte il nostro Paese è in ritardo anche sugli investimenti in R&D, con un 1,3% sul Pil rispetto al 2,8% della Germania.