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Le imprese che tornano in Italia

Secondo lʼUni-Club MoRe Reshoring, i motivi che hanno convinto alcune aziende a rientrare in Italia sono stati diversi

Dopo aver de-localizzato la produzione, un numero crescente di imprese italiane ha deciso di tornare nuovamente nel nostro Paese, alimentando il fenomeno del reshoring.

Secondo l'edizione 2016 dell'analisi Il reshoring manifatturiero, realizzata dal gruppo di ricerca Uni-Club MoRe Reshoring – un centro di ricerca composto da docenti e ricercatori delle Università di Catania, L'Aquila, Udine, Bologna e Modena&Reggio Emilia –, le imprese tornate in Italia sono state 122.

Un numero probabilmente sottostimato – lo studio sottolinea che non tutte le aziende che hanno fatto rientrare delle produzioni sono disposte a dichiararlo – e inferiore soltanto a quello registrato negli Stati Uniti, dove i casi di reshoring certificati sono stati 326. A livello mondiale, le imprese che, dopo aver de-localizzato la produzione, sono tornate nei rispettivi Paesi sono state 730.

L'Uni-Club MoRe Reshoring sostiene che i motivi che hanno convinto alcune aziende a rientrare in Italia sono stati diversi. Innanzitutto, il minor grado di controllo sulla qualità delle produzioni localizzate all'estero e la necessità di tenere vicine l'attività di Ricerca&Sviluppo e quella di produzione. Infine, i costi logistici, di produzione e del lavoro, che hanno indotto un'impresa su dieci a trasferire la produzione nel nostro Paese.
Questi non sono gli unici aspetti di cui hanno tenuto conto le imprese, però.

Gli imprenditori interpellati in occasione di un'analisi condotta da PwC – Reshoring: keep calm and go bank home – sottolineavano che, pur continuando a garantire ancora qualche vantaggio in termini di convenienza economica, la produzione all'estero costringe le imprese a fare i conti con un time to market – ovvero il tempo trascorso dall'ideazione di un prodotto alla sua effettiva commercializzazione – “sempre meno sostenibile”. Del resto, in un mercato altamente competitivo come quello attuale, soddisfare “velocemente” alle richieste dei consumatori garantisce un “vantaggio enorme” rispetto alle imprese concorrenti.