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Morti in corsia a Saronno,procuratore: in tutto gli indagati sono 15

Si tratta di 11 medici, accusati di omessa denuncia, falso ideologico e favoreggiamento, una cugina dellʼinfermiera e un carabiniere

Sono 15 gli indagati nell'ambito dell'inchiesta che ha portato all'arresto del medico Leonardo Cazzaniga per le morti sospette al pronto soccorso di Saronno (Varese) e della compagna Laura Taroni per l'omicidio del marito.

Oltre a Cazzaniga e Taroni, sono indagati 11 medici, a vario titolo per omessa denuncia, favoreggiamento e falso ideologico.

Nel registro degli indagati sono stati iscritti anche una cugina dell'infermiera e un carabiniere. Una delle 15 posizioni, però, potrebbe essere stralciata. Cazzaniga, 60 anni, e la sua amante Tatoni, 40 anni, sono accusati di aver avvelenato a morte il marito di lei. Il medico è anche accusato di aver provocato volontariamente la morte di quattro anziani pazienti in pronto soccorso.

Intanto sono partiti i primi interrogatori di tre degli undici medici. Il primo ad essere convocato ma, d'intesa con la Procura, non presentatosi in caserma avvalendosi della facoltà di non rispondere e differendo il suo interrogatorio in un altro momento, è stato Nicola Scoppetta, il primario del Pronto soccorso di Saronno indagato per omessa denuncia e favoreggiamento relativi a sospette morti in corsia.

Si è invece presentata spontaneamente dai carabinieri la dottoressa Elena Soldavini, la quale, indagata per omessa denuncia perché non avrebbe presentato un formale esposto di quanto sarebbe venuta a conoscenza sulle morti sospette dei familiari dell'infermiera arrestata, ha reso spontanee dichiarazioni. La dottoressa, stando alle carte giudiziarie, avrebbe in realtà presentato un esposto anonimo ai carabinieri di Cantù nel marzo del 2014, proprio riferendo sospetti circa i decessi nella famiglia della Taroni.

In ultimo, si è avvalso della facoltà di non rispondere Fabrizio Frattini: medico anestesista responsabile dell'unità di emergenza urgenza dell'ospedale di Saronno e componente della commissione interna del nosocomio a cui arrivarono le denunce degli infermieri sul presunto comportamento illecito del medico arrestato, è indagato per omessa denuncia e favoreggiamento.

A prendere le difese di Leonardo Cazzaniga, fuori dalla caserma dei carabinieri, è stato suo cugino. "E' una brava persona, un buon professionista, sono invidie sul posto di lavoro, come succede nelle aziende". L'uomo, che si è presentato come Giorgio, ad una domanda ha risposto: "Non ho mai parlato con lui di eutanasia".