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Greta e Vanessa: "Ci siamo supportate a vicenda, sequestro non per colpa nostra"

Monito di Laura Boldrini: "Basta polemiche, ritengo che la solidarietà sia uno dei valori fondanti e assolutamente presenti nella nostra Costituzione"

Vanessa Marzullo
ansa

"Ovvio che abbiamo chiesto scusa. Ci dispiace per il dolore che abbiamo causato. Ma non siamo responsabili del nostro rapimento". Vanessa Marzullo lo ha detto uscendo per qualche istante dalla casa di famiglia di Verdello (Bergamo). E a un giornalista ha risposto: "In Siria? Al momento non intendiamo tornarci, continueremo ad aiutare da qua. Non dimentichiamo". Ha poi rivolto un pensiero alla sua amica Greta dicendo: "Difficile stare lontano da lei".

Greta e Vanessa: "Ci siamo supportate a vicenda, sequestro non per colpa nostra"

Greta: "Con Vanessa ci siamo supportate a vicenda" - "Io e Vanessa ci siamo supportate a vicenda": lo ha detto parlando con alcuni giornalisti Greta Ramelli che nel tardo pomeriggio è uscita per una breve passeggiata con il fratello Matteo. Prima di allontanarsi Greta ha ribadito che "in Siria c'è un popolo che sta subendo un massacro". "Greta sta bene, anche se ancora un poco frastornata. Si sta riprendendo piano piano dal sequestro", ha dichiarato la mamma della ragazza.

La mamma di Greta: "Sta bene, ma è un po' frastornata" - "Greta ha trascorso gran parte della notte a parlare con suo fratello": lo ha detto Antonella Biasio, la mamma di Greta Ramelli. "Sta bene - ha aggiunto - è felice, anche se ancora un poco frastornata. Si sta riprendendo piano piano e oggi abbiamo ricevuto alcune visite di amici e parenti. La sua è stata una brutta esperienza che per fortuna è finita bene".

Boldrini: "Basta polemiche sulla solidarietà" - "Non apprezzo queste polemiche, ritengo che la solidarietà sia uno dei valori fondanti e assolutamente presenti nella nostra Costituzione". Così la presidente della Camera Laura Boldrini rispondendo ad una domanda sulle polemiche politiche in merito alla presenza delle italiane Greta e Vanessa in Siria. "In alcuni contesti bisogna essere prudenti ma anche le persone più esperte possono essere oggetto di sequestro, non vorrei che passasse il messaggio che questo succede solo a chi è giovane", ha aggiunto.

Giornalista rapito nel 2013 difende il pizzaiolo siriano - Amedeo Ricucci, il giornalista Rai rapito in Siria nell'aprile 2013, ha fornito un ulteriore esempio dell'aiuto ricevuto da Yasser Tayeb il pizzaiolo siriano di Anzola Emilia e presidente della comunità siriana in Emilia-Romagna. Il suo nome era emerso dall'informativa del Ros citata dal Fatto Quotidiano sulla presunta "rete" bolognese che avrebbe aiutato Greta e Vanessa. "Nell'ottobre scorso - ha detto - ero al confine siriano con un collega perché eravamo stati contattati da sconosciuti che volevano venderci un video di Greta e Vanessa".

"Abbiamo effettivamente incontrato queste persone che sostenevano di avere il video - ha proseguito Ricucci - ma non eravamo sicuri della loro affidabilità, non riuscivamo a trovare conferme e allora ho telefonato in Italia a Yasser, per vedere se li conosceva, ma lui si è molto allarmato: c'era più di una voce di nuovi rapimenti in quella zona e ci ha vivamente consigliato di lasciare subito il confine siriano. E così siamo rientrati, sani e salvi. Se davvero Yasser fosse malintenzionato, in quell'occasione gli sarebbe bastato non dire niente, invece ci ha voluto mettere in salvo".

Di Maher, lo studente che gli ha fatto da interprete e che era stato rapito con lui, Ricucci ha dichiarato di essere stato con lui in Siria altre due volte, la terza quella del sequestro con altri giornalisti. "Se avesse voluto farmi rapire - ha sottolineato - avrebbe avuto mille occasioni, da tempo. Al momento del sequestro, poi, ha cercato di difenderci e di spiegare che era siriano, che non c'era motivo, ma è stato picchiato, duramente. Ed è stato picchiato solo lui, a noi non ci hanno toccato".

Sindaco di Budrio: "Al Muredden nostro cittadino doc" - Intanto il sindaco Giulio Pierini di Budrio, comune del Bolognese, ha difeso Nabil Al Muredden, il medico siriano in pensione, il cui nome è finito in un'informativa del Ros accostato ad alcuni contatti delle due cooperanti italiane liberate dopo essere state rapite in Siria. "E' una persona molto conosciuta, stimata, un budriese doc", ha osservato.

Al Muredden è il presidente della comunità araba siriana in Italia e il suo profilo non è certo percepito in Paese come quello di uno jihadista, "ma nemmeno da integralista, al contrario. E' una persona - ha chiarito Pierini - che ha avuto un ruolo importante, chirurgo del nostro ospedale e impegnato in iniziative di solidarietà. Si può tranquillamente dire che Budrio ha di lui un'idea molto positiva per quello che ha rappresentato. E' più budriese lui di molti altri cittadini".