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Garlasco, perizia sulla camminata di Stasi: quasi impossibile evitare sangue

Mercoledì riprende il processo di secondo grado a Milano. Dalle indagini dei periti le possibilità di non calpestare il sangue di Chiara sono pari a 13 o 16 per ogni miliardo

stasi alberto garlasco
ansa

Era "pressoché impossibile" che Alberto Stasi quando ritrovò il corpo senza vita della sua fidanzata Chiara Poggi "abbia potuto evitare di calpestare delle macchie di sangue". Le probabilità di non intercettare alcuna traccia ematica nella villetta di via Pascoli sono pari a 13 o a 16 per ogni miliardo. Sono i dati emersi dalla perizia chiesta dai giudici della Corte d'Assise d'Appello di Milano. Mercoledì riprenderà il nuovo processo.

L'ex studente bocconiano è imputato per l'omicidio della ragazza avvenuto a Garlasco il 13 agosto del 2007. Nella relazione, depositata qualche giorno fa, e di cui si discuterà in aula, Roberto Testi, responsabile dell'unità di medicina legale dell'Asl 2 di Torino, Gabriele Bitelli e Luca Vittuari, entrambi docenti del Dipartimento di Ingegneria dell'Università di Bologna, viene scartato il cosiddetto "evitamento implicito" su cui si "è ampiamente dibattuto" nel processo di primo grado. Le simulazioni sui due gradini e la zona antistante e retrostante la porta a soffietto che conduce al piano seminterrato della villa di via Pascoli sono state un milione e 350mila.

Partendo dal presupposto che Stasi nei suoi interrogatori non è riuscito mai a chiarire se quel giorno fosse sceso per uno o due gradini della scala sulla quale ritrovò il cadavere della sua fidanzata, hanno analizzato due alternative su un'area "effettivamente calpestabile". La prima considera il percorso compiuto costituito da 8 passi per via dell'esclusione del secondo gradino e "un innaturale" movimento di Alberto ("arretramento sui propri passi senza girare il piede sul gradino"): secondo i calcoli degli esperti nominati dalla Corte d'Assise d'Appello, "si ottiene per la probabilità composta il valore 0.0000316% se il percorso ha inizio con il piede sinistro ed il valore 0.0000320% se il percorso ha inizio con il piede destro. Se si considerano 10 appoggi", incluso quindi anche il secondo gradino, "si ottiene per la probabilità composta il valore 0.0000016% se il percorso ha inizio con il piede sinistro ed il valore 0.0000013% se il percorso ha inizio con il piede destro". Percentuale che "vanno ancora diminuite" in base ad altri parametri.

A ciò si aggiungono gli accertamenti sulle scarpe indossate da Stasi e da lui consegnate ai carabinieri la mattina dopo il delitto e risultate prive di macchie di sangue. Secondo i periti, in sintesi, la morfologia delle suole della Lacoste calzate quel giorno da Alberto si prestava a trattenere le tracce di sangue, anche i frammenti essiccati: dall'esame "è possibile - riporta la relazione - osservare la presenza di piccole particelle adese alle creste della suola" ed "è ragionevole che tali particelle restino aderenti per un tempo determinato". Per questo ritengono impossibile che non sia stata trasferita alcuna traccia ematica sui tappetini della sua Golf, l'auto su cui salì per andare dai carabinieri a dare l'allarme, dopo aver "percorso avanti e indietro il pavimento sporco di sangue".

Inoltre i tre esperti, nel ricostruire la dinamica dell'assassinio, oltre ritenere che sia stato usato un martello o da carpentiere o di tipo comune, a differenza dei periti nominati in primo grado, spiegano che la prima fase dell'aggressione, avvenuta in soggiorno, non "sarebbe durata un tempo considerevole" bensì "assai breve" (in questo modo sarebbe ridotto anche il lasso di tempo in cui è stato commesso l'omicidio). Infine ipotizzano che Chiara, dopo essere stata buttata lungo le scale ed essere scivolata per i primi gradini, "sia stata raggiunta dall'aggressore, nuovamente colpita e spinta per i piedi verso il basso". Questa perizia e quella sugli accertamenti genetici verranno discusse in aula a partire dall'8 ottobre.